Alunna bocciata e riammessa alla maturità rinuncia al ricorso al Tar

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Si conclude la polemica che ha coinvolto la studentessa del Liceo Da Vinci di Trento, il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, e l’intera comunità scolastica. La giovane che aveva presentato un ricorso al Tar per poter sostenere l’esame di maturità nonostante le cinque insufficienze, ha deciso di ripetere l’anno.

A inizio estate, la ragazza non era stata ammessa all’esame di maturità a causa delle insufficienze accumulate. Queste riguardavano materie centrali del suo percorso liceale. Sostenuta dalla sua famiglia, la studentessa aveva impugnato la decisione dei suoi insegnanti rivolgendosi al Tar. Le sue tesi erano due: la bocciatura le avrebbe precluso l’accesso all’università e il liceo non aveva attivato i corsi di recupero per evitare le insufficienze.

Dopo la decisione del Tar di sospendere la bocciatura, un vero putiferio si era scatenato. Un docente del liceo, sostenuto da decine di colleghi, aveva inviato una lettera al ministro Valditara, denunciando la delegittimazione del ruolo degli insegnanti. In risposta, il padre della studentessa, un docente universitario, aveva inviato una lettera al ministro a sostegno delle ragioni della figlia.

La vicenda aveva avuto una svolta dopo le prove di maturità, quando la commissione aveva ritenuto insufficienti i risultati dell’esame orale, bocciando per la seconda volta la studentessa. La parola fine è arrivata il 27 luglio: la famiglia ha presentato un’istanza di rinuncia, accettando la decisione dei docenti. Il caso della studentessa del Liceo Da Vinci si chiude così, tra dibattiti e controversie, ma con una lezione importante sulla responsabilità e l’accettazione delle conseguenze delle proprie azioni.

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