Alunna bocciata due volte alla scuola primaria, i genitori fanno ricorso e il Tar lo accoglie: “La scuola non ha valutato l’età della bimba e il suo disagio psicologico”. SENTENZA
Il Tar del Lazio, con la sentenza n.8686/2024, pubblicata lo scorso 9 settembre, ha annullato la decisione di una scuola di non ammettere un’alunna della quinta primaria alla classe successiva. La sentenza, emessa a seguito del ricorso presentato dai genitori della minore, contesta la motivazione addotta dalla scuola, giudicata insufficiente alla luce della normativa vigente.
La studentessa, undicenne, aveva già ripetuto la quinta primaria l’anno precedente. La scuola aveva giustificato la seconda bocciatura con “risultati completamente insufficienti a causa delle continue assenze”, valutando il livello di apprendimento della minore “in via di prima acquisizione” in tutte le materie.
Il TAR, tuttavia, ha ritenuto tale motivazione inadeguata, sottolineando che l’articolo 3 del Decreto Legislativo 62/2017 prevede la non ammissione alla classe successiva nella scuola primaria solo in “casi eccezionali e comprovati da specifica motivazione”. Nel caso specifico, la scuola non avrebbe adeguatamente considerato l’età della bambina, il suo disagio psicologico (di cui era a conoscenza) e le possibili conseguenze negative di una seconda bocciatura.
Il Tribunale ha richiamato il principio costituzionale del diritto all’istruzione e l’obbligo della scuola di contrastare la dispersione scolastica, evidenziando che la non ammissione dovrebbe essere una misura estrema, preceduta da un’attenta valutazione e da una stretta collaborazione tra scuola e famiglia.
La sentenza impone ora alla scuola di rivalutare con urgenza la situazione della studentessa, tenendo conto delle indicazioni del TAR ed esprimendosi nuovamente in merito all’ammissione alla classe successiva in tempi brevi, considerato l’imminente inizio del nuovo anno scolastico.
La decisione del TAR rappresenta, dunque, un importante precedente, affermando il principio che la bocciatura nella scuola primaria deve essere una misura eccezionale e adeguatamente motivata, soprattutto quando riguarda minori con difficoltà psicologiche.