Genitori condannati a risarcire 85mila euro, la figlia ferì un’altra alunna a scuola. “Devono educare i figli alla civile coesistenza”

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Sentenza

Un tribunale ha condannato i genitori di una studentessa a risarcire 85.000 euro alla famiglia di un’altra alunna, vittima di una spinta che le ha causato una caduta dalle scale e una ferita alla testa.

L’episodio è avvenuto in una scuola superiore di Pistoia. Secondo la sentenza, i genitori sono responsabili di non aver impartito alla figlia “un’istruzione consona al rispetto delle regole basilari della civile coesistenza”. Il tribunale ha anche evidenziato la “grave e immotivata spinta”, richiamando l’obbligo dei genitori di “mantenere, istruire ed educare la prole”.

La studentessa ferita, mentre si recava agli armadietti con l’autorizzazione dell’insegnante, è stata spinta contro una colonna, riportando una ferita lacero-contusa alla testa che ha richiesto tre giorni di ricovero e 20 giorni di prognosi.

Oltre al risarcimento alla famiglia della vittima, comprensivo delle spese legali, il tribunale ha stabilito un concorso di responsabilità della scuola per la mancanza di vigilanza sul comportamento delle studentesse. La difesa della scuola, basata sull’assenza di pericolosità dell’ambiente, è stata respinta dai giudici.

Il caso segue una sentenza simile emessa a Firenze, dove i genitori di un ragazzo sono stati condannati a un risarcimento di 22.000 euro per i danni causati dal figlio a un coetaneo più piccolo. Durante una partita di calcio in un giardino pubblico, il ragazzo ha spinto violentemente l’altro, provocandogli la frattura di ulna e radio con una prognosi di 40 giorni. In entrambe le vicende, i genitori non erano presenti al momento delle violenze.

Il giudice ha sottolineato come “l’obbligo di vigilanza per i genitori del minore” sia correlato all’obbligo di educazione, affermando che “i genitori devono vigilare che l’educazione impartita sia consona e idonea”. Entrambe le sentenze stabiliscono un nesso causale tra le violenze commesse dai minori e la presunta mancanza di un’adeguata educazione familiare.

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