Alternanza scuola lavoro, nuovo incidente solite polemiche: Bianchi promette nuove misure di sicurezza. Ma c’è chi vuole eliminare i percorsi di stage
L’incidente registrato a Bolzano il 20 maggio, che ha visto coinvolto un ragazzo 17enne rimasto ustionato in un’officina mentre era impegnato in un Pcto ha rimesso in moto la polemica sui percorsi di alternanza scuola lavoro. Si va da chi punta su una maggiore sicurezza degli ambienti a chi invece vuole del tutto eliminare i progetti introdotti nel 2015 con la “Buona Scuola”.
Il Ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi, nel corso del suo intervento a Fiera Didacta in corso a Firenze, ha detto: “Stiamo firmando un accordo ulteriore con il ministero del Lavoro: devono valere le regole di sicurezza sul lavoro per tutti”.
“Non dimentichiamo – ha aggiunto Bianchi – che questo è il Paese che ha il più alto indice di morti sul lavoro, non solo per i ragazzi. Quando succede per un ragazzo si deve mettere in evidenza che questo non è possibile per nessuno”.
In verità, come accaduto per altri fatti di cronaca simili, “sono ancora da definire le circostanze in cui il fatto è avvenuto e se lo studente fosse inserito in un percorso di formazione professionale regionale o partecipasse ad un percorso per le competenze trasversali e l’orientamento, che coinvolge alunni e alunne delle scuole statali“, fanno notare Manuela Ghizzoni, responsabile Pd Istruzione, Università e Ricerca, ed Irene Manzi, responsabile Pd Scuola.
Ad ogni modo, “vogliamo ancora una volta ricordare che i Pcto devono risolversi in esperienze di orientamento e apprendimento osservativo, a fianco di un tutor: non sono e non devono essere assimilati al lavoro. Nondimeno devono svolgersi in ambienti sicuri e protetti. È indispensabile, quindi, che nella individuazione delle aziende o degli enti presso cui si svolgono i percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento le scuole debbano privilegiare sempre chi pratica sicurezza e investe culturalmente in formazione“, dicono le due dem.
“Proprio per questo, sono molto importanti le parole del Ministro Bianchi che oggi ha annunciato la prossima firma di un ulteriore accordo con il ministero del Lavoro sul tema della sicurezza negli ambienti lavorativi. Occorre proseguire in tal senso e rafforzare sempre di più le condizioni per svolgere esperienze di Pcto importanti nella formazione degli studenti, in luoghi sicuri ed adeguati”, concludono le due esponenti dl Pd.
Dalla politica, invece, c’è chi non è disposto più a mettere a rischio la salute degli studenti: “non è più tollerabile che studenti giovani e giovanissimi rimangano vittime di gravissimi incidenti sul lavoro nel corso dell’alternanza scuola-lavoro. Ora basta! Tutto questo deve finire“, dichiara la capogruppo di Leu al Senato Loredana De Petris. “Nel nostro Paese – prosegue De Petris – esiste un gravissimo problema di sicurezza del lavoro che continua a non essere adeguatamente affrontato. Ora alla lista tragica delle persone morte o ferite sul lavoro si aggiunge quella degli studenti che, senza neppure essere pagati, perdono la vita o rimangono gravemente feriti nell’orario che dovrebbe essere dedicato alla loro istruzione”.
“Abbiamo sempre denunciato i guasti introdotti dall’alternanza scuola-lavoro. Ora quei guasti sono tragicamente sotto gli occhi di tutti e bisogna agire subito per impedire nuove tragedie“.
Anche da un’altra parte di sinistra, Rifondazione Comunista, arriva il no ai percorsi di PCTO: “Non basta lo stillicidio senza fine delle morti di lavoratori sacrificati sull’altare di un sistema, che in nome del profitto uccide, ora il lavoro insicuro colpisce anche gli studenti”, scrive Loredana Fraleone, responsabile scuola. “Non è passato molto tempo dalle morti di Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci, che già siamo costretti a temere per la vita di un altro ragazzo che si trovava in un posto sbagliato intento a compiti sbagliati. Non ci stancheremo di ripeterlo, è un’idea di formazione ben misera quella che sottrae un ragazzo alla scuola proprio nell’età in cui deve ancora acquisire una solida formazione di base e uno sguardo consapevole sulla società e sul mondo. L’obiettivo vero di tanta ostinazione nell’addestrare durante il periodo di formazione è quello di assuefare anzitempo le persone allo sfruttamento, con salari sempre più bassi e condizioni di lavoro insicure e precarie”.
L’attuale ministro Bianchi vuole dare persino alla scuola di base la finalità del lavoro come priorità assoluta, nella cinica corsa ad assoggettare progressivamente tutto il tempo di vita delle persone al dominio del profitto. Sosteniamo da tempo che l’alternanza scuola lavoro e gli stage devono essere aboliti e che si deve elevare l’obbligo scolastico , come già avviene in molti paesi europei”, conclude.
Per Francesco Sinopoli, segretario generale della Flc Cgil: “dinanzi a questo ennesimo incidente in un contesto chiaramente di lavoro ‘ordinario’, non sono più accettabili le parole ormai prive di senso dei politici di turno. Il ministro Bianchi aveva promesso in occasione dell’ultimo incidente mortale un rapido intervento sulle disposizioni che regolano l’attuale organizzazione del Pcto. Nulla di quelle promesse è stato ad oggi mantenuto” scrive ancora Sinopoli.
“Neanche le parole importanti del Presidente della Repubblica sono riuscite a smuovere una politica autoreferenziale lontana dai bisogni delle persone in carne ed ossa e dalle richieste degli studenti. La nostra mobilitazione a fianco di ragazze e ragazzi continuerà fino a quando non verranno modificate radicalmente le attuali norme sull’alternanza, eliminando l’obbligatorietà e la precisa quantificazione delle ore. Tutti devono assumersi le proprie responsabilità: fermiamo questa strage silenziosa!”, conclude Sinopoli.
Secondo il presidente Anief, Marcello Pacifico, invece, “dobbiamo potenziare il Pcto nel triennio delle scuole superiori, ma devono essere delle attività più di qualità: lo stesso obbligo di svolgimento di un monte ore minimo per l’accesso all’Esame di Stato conclusivo delle superiori non può essere considerato un vincolo, ma un’opportunità, quindi prevedendo, come in questo periodi di pandemia, delle deroghe allo svolgimento delle esperienze formative in presenza aprendo maggiormente alle attività progettuali da remoto”.
Contrarie le associazioni studentesche, che chiedono lo stop ai progetti: “Questo incidente si aggiunge a una lunga lista di morti sul lavoro e all’interno delle scuole – dice Luca Redolfi, coordinatore nazionale dell’Unione degli studenti -, morti causati da un sistema malato, volto solamente al profitto“.