Allo studente mancano 3 punti per il 60 alla maturità: viene bocciato e fa ricorso al Tar. Rifà la prova, ma viene respinto nuovamente
Il Tar dell’Umbria ha tranciato definitivamente la questione sulla bocciatura di uno studente non ammesso inizialmente alla maturità dal consiglio di classe.
Nonostante la decisione iniziale del Tribunale amministrativo che aveva richiesto alla scuola di riconoscere i crediti del quinto anno e di ammettere l’alunno all’esame con riserva, la bocciatura è stata ora confermata.
Come segnala Perugia Today, i genitori dello studente avevano sostenuto che non vi fossero state durante l’anno comunicazioni chiare riguardo alle “situazioni di criticità” che avrebbero potuto giustificare la non ammissione. Inoltre, secondo loro, la valutazione del consiglio di classe non rifletteva l’andamento generale dello studente, che aveva ottenuto voti positivi nella maggior parte delle materie, a eccezione di due. Anche la presunta insufficienza nel comportamento dello studente era stata messa in discussione, sottolineando che le note disciplinari non erano di tale gravità da giustificarla.
Lo studente ha sostenuto l’esame di maturità ottenendo un totale di 50 crediti, sommando i risultati delle prove scritte, dell’orale e dei crediti scolastici degli anni precedenti. Tuttavia, nonostante il Tar avesse chiesto alla scuola di riconoscere ulteriori 7 crediti, l’alunno non ha raggiunto la soglia minima di 60 crediti necessari per essere promosso.
Di fronte a un altro ricorso simile presentato da un’altra studentessa, la difesa aveva argomentato che, una volta svolte le prove d’esame, il giudizio iniziale di non ammissione avrebbe dovuto essere annullato. Tuttavia, per il Tar, questa condizione si verifica solo se l’alunno raggiunge effettivamente la quota minima di crediti richiesta.