Allarme sedentarietà tra i giovani, il piano del Ministro Abodi per portare più sport a scuola: aumento delle ore, più insegnanti

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Il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, ha delineato in un’intervista a Skuola.net un ambizioso piano per rilanciare l’educazione fisica nelle scuole.

L’iniziativa nasce dalla preoccupazione per i dati sulla sedentarietà tra gli adolescenti, con il 94,5% che non raggiunge lo standard minimo di un’ora di attività fisica al giorno, come raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il Ministro ha sottolineato come questa situazione rappresenti un problema crescente per la salute pubblica.

Aumentare le ore e gli insegnanti specializzati

Il progetto prevede un incremento delle ore dedicate all’attività motoria. Attualmente due ore settimanali sono considerate insufficienti, e l’obiettivo è portarle a tre, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e del Merito. L’intervento non si limita alle scuole superiori: si intende rendere strutturale la figura dell’insegnante di educazione motoria nella scuola primaria, estendendola a tutte le classi. Il Ministro ha evidenziato la necessità di valutare la sostenibilità economica del progetto, riconoscendo che le coperture finanziarie sono un aspetto cruciale.

Nuovi spazi per lo sport a scuola

Il potenziamento dell’educazione motoria passa anche attraverso il miglioramento delle strutture. Sono stati stanziati fondi per il rinnovamento delle palestre scolastiche, raddoppiando le risorse previste dal PNRR. Si valuta anche l’utilizzo di spazi alternativi come cortili e aule non utilizzate. Un’ulteriore proposta è l’apertura delle palestre oltre l’orario scolastico, per renderle disponibili alle realtà del territorio e trasformare gli spazi scolastici in centri sportivi per la comunità.

I rischi della sedentarietà giovanile: un allarme per la salute pubblica

La sedentarietà tra i giovani, infatti, rappresenta un problema di crescente rilevanza per la salute pubblica. I dati, come quelli citati dal Ministro Abodi che evidenziano come quasi il 95% degli adolescenti italiani non svolga l’attività fisica raccomandata, lanciano un allarme significativo. La mancanza di movimento in età evolutiva può avere conseguenze negative a breve e lungo termine.

Tra i rischi più immediati si annoverano l’aumento del sovrappeso e dell’obesità infantile, condizioni che predispongono a una serie di patologie in età adulta, come il diabete di tipo 2, le malattie cardiovascolari e alcuni tipi di tumore. La sedentarietà incide anche sullo sviluppo muscolo-scheletrico, potendo causare problemi posturali e fragilità ossea.

A livello psicologico, la mancanza di attività fisica può contribuire a stati di ansia e depressione, oltre a influenzare negativamente l’autostima e la socializzazione. Lo sport e il movimento, al contrario, favoriscono il rilascio di endorfine, migliorando l’umore e riducendo lo stress.

Nel lungo periodo, uno stile di vita sedentario in adolescenza aumenta la probabilità di mantenere queste abitudini anche in età adulta, amplificando i rischi per la salute. Investire nell’educazione fisica a scuola e promuovere l’attività motoria tra i giovani non è quindi solo una questione di benessere attuale, ma una strategia fondamentale per prevenire future malattie croniche e garantire una migliore qualità della vita per le prossime generazioni. Contrastare la sedentarietà significa investire nella salute del Paese.

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