Allarme cybersicurezza: 8 ragazze su 10 temono lo scambio di dati privati con sconosciuti online

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Un progetto di educazione alla legalità ha rivelato una significativa discrepanza nella percezione del rischio online tra i giovani. Mentre il 90% degli intervistati riconosce un concreto pericolo di vittimizzazione in rete per i propri coetanei, solo il 50% considera medio-alto il rischio personale.

I dati emergono dal progetto “Nei panni di Caino per capire e difendere le ragioni di Abele”, un’iniziativa congiunta della Polizia di Stato e dell’Università La Sapienza di Roma. Lo studio ha coinvolto 1.631 studenti tra i 14 e i 19 anni provenienti da 80 istituti scolastici secondari delle regioni Calabria, Basilicata, Puglia, Campania e Sicilia.

L’obiettivo del progetto era creare un ponte tra le forze dell’ordine e i giovani che vivono in contesti ad alto rischio di devianza e criminalità. Un aspetto innovativo dell’iniziativa è stato l’utilizzo di visori 3D, che hanno permesso ai partecipanti di immergersi in 12 scenari virtuali di illegalità, trattando temi come hate speech, challenge pericolose, disturbi alimentari, bullismo e cyberbullismo.

La ricerca, che ha visto una partecipazione equilibrata di genere (52,8% ragazzi e 47,2% ragazze), ha evidenziato che l’86% dei partecipanti consiglierebbe questa esperienza formativa con l’uso di scenari virtuali.

Tra i risultati più significativi, emerge che l’80% delle ragazze percepisce un elevato rischio di scambio di confidenze e immagini private con sconosciuti online. Inoltre, il 79,8% degli intervistati ritiene probabile la diffusione non autorizzata di immagini sui social media tra coetanei.

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