Allarme competenze: il 47% delle richieste aziendali resterà senza risposta. Valditara lancia il ‘4+2’ per l’istruzione tecnica e rafforza le tutele per studenti e docenti

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Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha delineato la strategia governativa per affrontare il crescente divario tra formazione scolastica e richieste del mercato del lavoro.

Durante un’intervista al programma “Storie Italiane” su Rai1, il Ministro ha citato dati allarmanti: “Ci sono delle ricerche di Confindustria e centri studi importanti che testimoniano che tra due anni il 47% delle richieste di qualificazione professionale da parte delle imprese non verrà soddisfatta”.

La preoccupante previsione ha spinto il Ministero a sviluppare una riforma dell’istruzione tecnico-professionale, identificata come “canale strategico nella formazione di quei tecnici specializzati particolarmente richiesti dal nostro sistema produttivo”. Il nuovo modello, denominato quattro più due“, si propone di creare una scuola più moderna, con una dimensione internazionale e strettamente collegata con il mondo del lavoro.

Sicurezza e tutele: le innovazioni per studenti e personale scolastico

Approfittando della ricorrenza del Primo Maggio, Valditara ha voluto richiamare l’attenzione anche sulle normative introdotte per garantire maggiore sicurezza agli studenti impegnati nei percorsi di alternanza scuola-lavoro. “Non voglio dimenticare quella importante normativa che abbiamo introdotto per garantire la sicurezza ai nostri giovani”, ha dichiarato il Ministro, sottolineando l’impegno del governo nella tutela dei ragazzi durante le esperienze formative in contesti lavorativi.

Un’ulteriore innovazione evidenziata dal Ministro riguarda l’estensione della copertura assicurativa contro gli infortuni, che ora include non solo il personale scolastico ma anche gli studenti, proteggendoli sia durante il tragitto casa-scuola (incidenti in itinere) sia all’interno degli istituti scolastici.

Un divario preoccupante che frena lo sviluppo economico

Il disallineamento tra le competenze richieste dalle imprese e quelle disponibili sul mercato del lavoro rappresenta una delle sfide più urgenti per il sistema Italia. I dati citati dal Ministro Valditara, che evidenziano come entro due anni il 47% delle richieste di qualificazione professionale rimarrà insoddisfatto, non sono solo numeri allarmanti, ma il sintomo di un problema strutturale che rischia di compromettere seriamente la competitività del nostro sistema produttivo.

Il gap di competenze si manifesta in modo particolarmente acuto in settori strategici come la manifattura avanzata, l’ICT, la transizione ecologica e la meccanica di precisione. Le aziende faticano a trovare tecnici specializzati, programmatori, esperti di automazione e professionisti con competenze STEM, nonostante offrano spesso condizioni economiche vantaggiose. Paradossalmente, il fenomeno coesiste con tassi di disoccupazione giovanile ancora elevati, creando una situazione in cui domanda e offerta di lavoro non riescono a incontrarsi efficacemente.

L’impatto economico di questo mismatch è considerevole: secondo alcune stime, potrebbe costare all’Italia diversi punti percentuali di PIL nei prossimi anni, limitando le possibilità di crescita e innovazione delle imprese, specialmente delle PMI che costituiscono l’ossatura del nostro sistema produttivo.

Ripensare l’orientamento scolastico per scelte consapevoli

Una delle chiavi per affrontare questo problema risiede in un ripensamento radicale delle strategie di orientamento scolastico. Troppo spesso le scelte formative degli studenti sono influenzate da percezioni obsolete sul prestigio dei diversi percorsi educativi, con una persistente svalutazione sociale degli istituti tecnici e professionali rispetto ai licei.

È necessario sviluppare un sistema di orientamento che fornisca informazioni accurate sulle reali prospettive occupazionali dei diversi percorsi formativi, coinvolgendo attivamente le famiglie e iniziando le attività di orientamento fin dalla scuola secondaria di primo grado. Esperienze come i “job shadowing”, le visite aziendali e gli incontri con professionisti potrebbero aiutare gli studenti a sviluppare una visione più realistica del mondo del lavoro e delle competenze richieste.

Gli ITS Academy come ponte tra formazione e lavoro

Gli ITS Academy rappresentano una delle risposte più promettenti al mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Gli istituti offrono percorsi post-diploma altamente specializzati e progettati in stretta collaborazione con le imprese.

Con tassi di occupazione che superano l’80% dei diplomati entro un anno dal termine degli studi, gli ITS dimostrano l’efficacia di un modello formativo basato su un forte legame con il territorio e le sue esigenze produttive. La sfida ora è ampliare la rete, aumentarne la visibilità e l’attrattività per i giovani, e garantire un costante aggiornamento dei curricula in linea con l’evoluzione tecnologica e organizzativa delle imprese.

Il potenziamento degli ITS, insieme alla riforma “4+2” dell’istruzione tecnico-professionale annunciata dal Ministro Valditara, potrebbe rappresentare un cambio di paradigma nella formazione delle competenze tecniche avanzate di cui il Paese ha urgente bisogno per affrontare le sfide dell’innovazione e della competitività globale.

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