Alla disperata ricerca di supplenti brevi, anche a Savona

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Giulia Boffa – Dopo la segnalazione di un paio di giorni fa di un istituto di Cairate che cercava disperatamente supplenti per sostituzioni di pochi giorni, arriva un’altra conferma dello strano fenomeno dell’ ardua impresa di trovare supplenti da parte delle scuole, nonostante le GI piene.

Giulia Boffa – Dopo la segnalazione di un paio di giorni fa di un istituto di Cairate che cercava disperatamente supplenti per sostituzioni di pochi giorni, arriva un’altra conferma dello strano fenomeno dell’ ardua impresa di trovare supplenti da parte delle scuole, nonostante le GI piene.

A lamentarsi stavolta sono le scuole di Savona, soprattutto comprensivi anche qui, che stentano a trovare supplenti per poche settimane per coprire i buchi dei docenti assenti a causa dell’influenza.
 
La situazione paradossale è emersa in tutta la sua gravità nell’assemblea dei docenti della Cgil di Savona che hanno ribadito come, tra gennaio e febbraio, la situazione sia diventata insostenibile: classi smistate e assemblate ad altre, raggiungendo anche il numero di quaranta, cinquanta allievi in un unico, angusto spazio; insegnanti di sostegno o di inglese, alle elementari, “utilizzate” per coprire i buchi degli assenti perdendo preziose ore del loro insegnamento e rallentando così la didattica.
 
Una mastra del Comprensivo Quarto di Savona racconta: "La scorsa settimana  mancavano quattro colleghe. Nella mia classe di 25 alunni prima è stata smistata una seconda e mi sono arrivati cinque bambini. Nell’ora successiva mi hanno mandato anche una terza intera. Eravamo quasi cinquanta e, ovviamente, non è stato possibile fare lezione, ma semplicemente cercare di tenere la classe a bada e di far rispettare la disciplina". 
 
In molti si chiedono come sia possibile che non si trovino supplenti disponibili e a questo cerca di rispondere la CGIL, nelle parole di Gianni Cazzola, segretario Flc Cgil provinciale: "Il grande numero di precari inseriti nelle graduatorie di istituto accetta a fatica supplenze così brevi. I motivi sono tanti. Alcuni, vista la situazione, sono fuggiti nelle scuole private. Altri restano in graduatoria ma, vedendo che si lavora sempre meno, cercano impieghi saltuari anche in altri ambiti che non abbandonano se non si tratta di supplenze dal mese in su. Infine ci sono quelli che stanno ricevendo la disoccupazione e se ne guardano bene da accettare una supplenza che, dal settimo giorno, implica la sospensione dell’ammortizzatore sociale."
 
Sicuramente è vero che non si sacrifica l’indennità di disoccupazione per 7 giorni di lavoro, ma è anche vero che il precario vive anche di punteggio, e  se non ne accumula, non potrà mai vedere migliorare la sua situazione lavorativa passando da supplenze brevissime a quelle più lunghe.
 
A questo problema si aggiunge che i dirigenti non hanno soldi per pagare le sostituzioni interne con personale di ruolo e sicuramente questo problema è la causa del propagarsi di quello strano fenomeno che le scuole chiamano banca ore, che è una forzatura, diremmo un po’ pericolosa, dei permessi del CCNL.
 
In pratica le ore eccedenti svolte non vengono pagate, ma vengono restituite per coprire eventuali assenze future, con il rischio che tale lavoro non venga mai recuperato, ma anche che non ci sia poi effettivo controllo delle assenze permesse dal Contratto Collettivo,  che corrispondono ad un preciso numero dal quale non si può derogare. Questo utilizzo può portare anche ad un rischio più grosso: la mancanza di motivazioni previste per ottenere i permessi; infatti gli unici permessi da recuperare sono quelli orario nel numero di ore cattedra, quindi tutto ciò che faccio oltre non giustifica il non pagamento delle eccedenze. Si rischia insomma di fare volontariato, esattamente quello che richiedeva Monti.

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