Alfabetizzazione finanziaria. Risultati inferiori alla media europea per gli studenti italiani

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GB – L’indagine PISA 2012 è il primo studio internazionale su ampia scala che esamina le conoscenze finanziarie acquisite a scuola e all’esterno della scuola da studenti quindicenni che sono quasi giunti al termine della scuola dell’obbligo.

GB – L’indagine PISA 2012 è il primo studio internazionale su ampia scala che esamina le conoscenze finanziarie acquisite a scuola e all’esterno della scuola da studenti quindicenni che sono quasi giunti al termine della scuola dell’obbligo.

Hanno preso parte all’indagine sull’alfabetizzazione finanziaria 13 Paesi ed economie dell’OCSE: Australia, Comunità fiamminga del Belgio, Estonia, Francia, Israele, Italia, Nuova Zelanda, Polonia, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Slovenia, Spagna e Stati Uniti; e cinque Paesi ed economie partner: Colombia, Croazia, Lettonia, Federazione Russa e Shanghai-Cina.

Il livello di alfabetizzazione finanziaria è stata valutato attraverso un test cartaceo di 60 minuti. Gli studenti  hanno altresì completato un test di matematica e lettura di un’ora. Le domande del test sono una  combinazione di domande a scelta multipla e di domande che richiedono una risposta formulata dagli stessi studenti.

Gli studenti hanno anche risposto a un questionario su informazioni personali, sulla loro famiglia, sulla  scuola, sulle loro esperienze e atteggiamenti nei confronti dell’apprendimento e sulla propria esperienza con  i soldi.

 Un campione aggiuntivo di studenti è stato selezionato nelle stesse scuole che hanno partecipato all’indagine PISA sulle principali materie studiate a scuola. In ogni scuola che partecipa all’indagine è stato selezionato un campione casuale di 8 studenti quindicenni per affrontare le prove di alfabetizzazione finanziaria.

Circa 29 000 studenti hanno completato l’indagine sull’alfabetizzazione finanziaria nel 2012, un campione rappresentativo di quasi nove milioni di quindicenni nelle scuole dei 18 Paesi ed economie che hanno partecipato all’indagine.
 
In Italia 7 068 studenti di 1 158 scuole hanno completato l’indagine sull’alfabetizzazione finanziaria.

L’indagine è servita ad indicare in quale misura gli studenti quindicenni hanno acquisito il bagaglio di conoscenze e di competenze finanziarie necessario per la transizione dalla scuola all’istruzione superiore, al mondo del lavoro o  dell’imprenditoria. Molti quindicenni utilizzano già alcuni servizi finanziari come ad esempio i conti  correnti. Al termine della scuola dell’obbligo, faranno fronte a scelte finanziarie più complesse, come la  scelta di continuare a studiare e come finanziare i loro studi.
 
I risultati dell’Italia in materia di alfabetizzazione finanziaria sono inferiori alla media dei 13  Paesi ed economie dell’OCSE che hanno partecipato all’indagine. Più di uno studente su cinque in  Italia (21,7% rispetto al 15,3% in media nei Paesi ed economie dell’OCSE) non riesce a raggiungere il  livello di riferimento per le competenze di alfabetizzazione finanziaria (Livello 2).

Nel migliore dei casi, questi studenti riconoscono la differenza tra bisogni e desideri, sono in grado di prendere decisioni semplici sulle spese quotidiane e riconoscono lo scopo di documenti finanziari della vita di ogni giorno, come ad esempio una fattura. Solo il 2,1% degli studenti raggiunge il livello più alto nella scala PISA (rispetto a una media del 9,7% nei Paesi ed economie dell’area OCSE).

Nel complesso gli studenti italiani ottengono risultati in materia di alfabetizzazione finanziaria inferiori a quanto ci si potrebbe aspettare in base al loro livello di competenze in lettura e matematica. Ciò si verifica in modo particolare per gli studenti con alte competenze in matematica.
La differenza tra le regioni che ottengono i risultati migliori (Friuli Venezia Giulia e Veneto) e quelle che ottengono i risultati peggiori (Calabria) è di 86 punti, superiore a un livello di competenze nella scala PISA.
 
Gli studenti italiani hanno meno esperienza in materia di prodotti e servizi finanziari rispetto agli studenti degli altri Paesi dell’OCSE che hanno partecipato alla valutazione: il 44% degli studenti italiani è titolare di un conto corrente o di una carta prepagata rispetto a una media del 54% dell’area OCSE.

Il 49% degli studenti italiani guadagna  soldi svolgendo un’attività lavorativa, in particolare fuori dagli orari scolastici (per esempio, durante il periodo estivo), in un’impresa familiare o lavori informali e saltuari, come il baby-sitting.
 
Gli studenti che sono titolari di un conto  corrente hanno ottenuto 10 punti in più nel test rispetto a quelli che non lo sono, ma ottengono risultati allo stesso livello quando si tiene conto del loro status socioeconomico.

Fonte: Indagine OCSE PISA sull’alfabetizzazione finanziaria

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