Aggiornamento graduatorie, si può anche da remoto. Lettera

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Inviato da Andrea Vesentini – Gentile Ministra, mi unisco alle molte voci che, a seguito della pubblicazione della bozza del Decreto Scuola, Le chiedono in queste ore di riaprire le graduatorie di seconda e terza fascia nei prossimi mesi.

Nonostante sia convinto che l’orizzonte ultimo per contrastare la precarietà cronica che affligge la scuola restino i concorsi, le graduatorie sono al momento l’unico strumento che nel breve periodo può mettere in sicurezza l’avvio del prossimo anno scolastico, a fronte delle quasi 200,000 cattedre vacanti attese. In un momento di profonda crisi e incertezze a livello nazionale, riaprire le graduatorie darebbe inoltre un forte segnale di speranza ai molti più o meno giovani aspiranti docenti che si trovano, come tutti i cittadini, a fronteggiare le estreme difficoltà economiche in cui ci ha precipitati quest’emergenza sanitaria.

È da tre anni che, in assenza di concorsi, molti di noi aspettano la riapertura delle graduatorie come prima opportunità di maturare esperienza nell’insegnamento e mettere le loro professionalità al servizio della pubblica istruzione. Si tratta di giovani che, nell’attesa, si sono destreggiati in un mondo del lavoro altrettanto precario tra apprendistati, impieghi parasubordinati, contratti a tempo determinato, stagionali, a progetto, partite IVA, nell’attesa che si aprisse uno spiraglio che permettesse loro di perseguire il sogno di diventare insegnanti – lavori precari che molti stanno perdendo a causa della crisi economica e sanitaria. E nel frattempo, non abbiamo mai smesso di sperare e investire denaro ed energie nella nostra formazione, tra TFA e 24 CFU.

Prima della sua nomina come Ministra, il 3 dicembre 2019 Lei stessa dichiarò che “l’insegnamento deve essere una vocazione e non una scelta di ripiego. È a 23-26 anni al massimo che devi aver deciso se vuoi fare l’insegnante e ti devi formare per farlo.” Eppure, ancora una volta (se venisse approvata questa bozza di decreto) ci verrebbe negato di fare questa scelta, rigettandoci in un ulteriore limbo di impieghi precari, infinite attese, MAD che spesso cadono nel vuoto o non garantiscono un’effettiva valutazione del merito degli affidatari dell’incarico.

Ora che la scuola si è vista costretta a ricorrere in modo massiccio alla didattica a distanza e al telelavoro, è plausibile pensare che gli uffici scolastici territoriali possano accogliere i nuovi inserimenti in remoto, come proposto anche dai sindacati. Inoltre, è auspicabile che nei prossimi mesi le restrizioni e il distanziamento sociale si saranno allentati, rendendo il lavoro delle segreterie meno difficoltoso. Da aspirante docente le chiedo quindi, sono certo a nome di molti altri, di non precluderci ancora una volta la possibilità di scegliere di diventare insegnanti.

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