Affinati: “Il merito divide, la scuola deve includere. No a classi differenziali, sì alla promiscuità come ricchezza”

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“Ancora si parla di classi differenziali, di dividere i bravi dai non bravi, chi ti ascolta da chi non ti ascolta, ma un professore che parli solo a chi ascolta perde la sua funzione”.

Con queste parole forti, Eraldo Affinati, scrittore e fondatore della scuola Penny Wirton, ha scosso il palco dell’Arena Robinson, portando un messaggio potente contro la cultura del merito e la segregazione scolastica.

Affinati, testimone della “città dei ragazzi” e instancabile promotore dell’integrazione attraverso l’insegnamento gratuito della lingua italiana ai migranti, ha sottolineato l’importanza di una scuola inclusiva e aperta a tutti. Lo scrittore ha condannato l’idea di classi differenziali, definite “promiscue” non in senso negativo, bensì come simbolo di una ricchezza e varietà fondamentale per la crescita di ogni individuo.

“Quando abbiamo un Ministero che all’Istruzione aggiunge il Merito, allora stiamo andando nella direzione opposta a quella del priore di Barbiana”, ha affermato Affinati, richiamando la figura di Don Milani e la sua lotta contro le disuguaglianze sociali. L’insegnante non deve limitarsi a premiare il merito, ma deve saper seminare, senza sapere cosa crescerà, in ogni studente, a prescindere dalle sue capacità o background.

“Tutti vogliamo premiare il merito, ma le classi più belle sono quelle promiscue: una classe di soli ripetenti sarebbe triste, ma anche quella di soli secchioni sarebbe altrettanto desolante”. In questa semplice frase, Affinati riassume la sua visione di una scuola dove la diversità è un valore e l’apprendimento è un percorso condiviso, in cui ognuno può contribuire alla crescita dell’altro.

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