Adolescenti “annegati” nel web: come il flusso digitale sta plasmando un’identità fragile e sintetica. L’allarme di D’Avenia: “Restituiamo ai giovani il corpo e la realtà”

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Sul Corriere della Sera, c’è spazio per l’analisi di Alessandro D’Avenia sulla miniserie Adolescence. Lo scrittore offre uno spunto di riflessione sul rapporto tra i giovani e il mondo digitale.

L’articolo esplora come l’immersione nel flusso continuo di immagini e informazioni online possa compromettere la costruzione di un’identità solida e autentica.

D’Avenia mette in guardia dal pericolo di un deep-fake-self, un sé apparente, costruito online e scollegato dalla realtà corporea. Ciò avviene quando i ragazzi, immersi nel flusso digitale, perdono il senso del tempo e si aggrappano a identità sintetiche per restare a galla. L’online abitua a un corpo pensato, un burattino mosso da desideri e aspettative, ma la vita vera, fatta di tempo e carne, resiste a questa semplificazione.

L’importanza del corpo e del tempo

L’autore sottolinea come l’educazione debba ripartire dalla carne, dall’esperienza concreta e dai ritmi naturali. Le fasi di crescita, dalla plasticità infantile all’erotizzazione adolescenziale, sono fondamentali per scoprire il proprio compito nel mondo. In questo contesto, l’online, creato per logiche economiche, rischia di diventare una corrente che trascina i giovani verso un’esistenza di consumatori isolati, privandoli della possibilità di costruire un’identità autentica.

D’Avenia conclude la propria riflessione richiamando il significato etimologico di “adolescenza”, un percorso verso il compimento e la totalità. Tuttavia, l’online può trasformare questo percorso in “ab-olescenza”, un allontanamento dal sé e un oblio della vita vera. L’autore, dunque, invita gli adulti a restituire ai giovani il corpo, il limite e la realtà, offrendo loro un tempo sensato e incarnato, lontano dal flusso digitale, per scoprire la terraferma della propria esistenza.

La serie diventata un fenomeno di costume

La miniserie britannica  sta scalando le classifiche di Netflix Italia, conquistando pubblico e critica per la sua trama intensa e la regia innovativa. Ogni episodio, girato in un unico piano sequenza, immerge lo spettatore in un flusso emotivo continuo, amplificando l’impatto della storia.

La serie ruota attorno all’arresto di Jamie Miller, un tredicenne accusato di omicidio. Tuttavia, Adolescence non si limita al crime, ma esplora le radici del gesto del ragazzo, affrontando temi cruciali come il bullismo online, la mascolinità tossica e la sottocultura degli Incel. Come sottolinea il New York Times, gli autori Jack Thorne e Stephen Graham trasformano “il dolore e lo shock in una porta verso critiche sociali e domande adulte”.

Nonostante l’assenza di una massiccia campagna promozionale, Adolescence ha conquistato il pubblico grazie alla sua scrittura impeccabile e alle interpretazioni intense. Ma il successo della serie va oltre lo schermo: un post su Threads racconta di come un insegnante abbia utilizzato le prime due puntate in classe, ottenendo un silenzio attonito e affascinato dagli studenti. Un’esperienza che dimostra il potere di “Adolescence” come strumento per stimolare riflessioni profonde e discussioni su temi complessi che toccano da vicino i giovani.

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