Adolescente spinge bimbo più piccolo provocandogli la frattura di entrambi i polsi. Il Tribunale condanna i genitori per “carenze educative”

Ancora una volta, la responsabilità genitoriale finisce sotto i riflettori di un’aula di tribunale. A Firenze, il giudice ha condannato i genitori di un adolescente per “carenze educative”, ritenendoli corresponsabili del comportamento violento del figlio.
Bullismo ai giardinetti: un gioco degenerato
Come segnala il Corriere Fiorentino, la vicenda risale a quattro anni fa, quando un gruppo di ragazzi stava giocando a calcio ai giardini comunali. Un diverbio tra due di loro, un adolescente e un ragazzino più piccolo, degenera rapidamente. L’adolescente, al culmine della lite, spintona con violenza il ragazzino, facendolo cadere a terra. Il bilancio è drammatico: doppia frattura di ulna e radio a entrambi i polsi, 40 giorni di prognosi e un lungo percorso riabilitativo.
La sentenza: genitori responsabili per omessa educazione e vigilanza
Il giudice, basandosi sulle testimonianze univoche dei presenti, ha stabilito che la caduta non è stata frutto di un normale contrasto di gioco, ma di un atto volontario di aggressione. Di qui la condanna per i genitori dell’adolescente, ritenuti responsabili di non aver impartito al figlio un’adeguata educazione al rispetto delle regole e degli altri.
“Culpa in educando” e “culpa in vigilando”: un binomio inscindibile
La sentenza richiama espressamente le recenti pronunce della Cassazione in materia di responsabilità genitoriale, sottolineando come l’obbligo di educazione e quello di vigilanza siano strettamente interconnessi. I genitori, infatti, non devono solo insegnare ai figli i principi di correttezza e legalità, ma anche vigilare affinché questi principi vengano messi in pratica nella vita quotidiana.
Un risarcimento di 22 mila euro
Oltre alla condanna morale, per i genitori dell’adolescente è prevista anche una sanzione economica: dovranno risarcire la famiglia della vittima con 22 mila euro, tra danni morali, materiali e spese legali. Una somma che, seppur non in grado di cancellare il trauma subito dal ragazzino, rappresenta un segnale importante della volontà del Tribunale di affermare il principio di responsabilità educativa dei genitori