Adolescence, la serie crime di Netflix che diventa specchio della società: gli episodi sono da far vedere in classe?

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Adolescence, la nuova miniserie britannica di quattro episodi, è attualmente al primo posto tra le serie più viste su Netflix Italia. Acclamata da pubblico e critica, la serie si distingue non solo per la trama avvincente, ma anche per la sua straordinaria realizzazione tecnica.

Ogni episodio è girato in un unico e lunghissimo piano sequenza, senza tagli o interruzioni, una scelta che richiede un’enorme precisione da parte di attori e troupe. L’approccio, già sperimentato dal regista Philip Barantini nel film Boiling Point – Il disastro è servito, conferisce alla narrazione un’intensità unica, immergendo lo spettatore in un flusso continuo di emozioni.

Una storia che va oltre il crime

La trama di Adolescence ruota attorno a Jamie Miller, un tredicenne arrestato con l’accusa di omicidio. Tuttavia, la serie non si concentra sulla risoluzione del caso, ma esplora le motivazioni profonde che hanno portato il giovane a compiere il gesto, inserendole nel contesto sociale e culturale contemporaneo. Temi come il bullismo online, la mascolinità tossica e la sottocultura degli Incel vengono affrontati con grande sensibilità e profondità. Secondo il New York Times, gli autori Jack Thorne e Stephen Graham (quest’ultimo anche interprete del padre di Jamie) hanno saputo utilizzare “il dolore e lo shock come una porta verso critiche sociali e domande adulte”.

Un successo inaspettato

Adolescence ha sorpreso anche per l’assenza di una massiccia campagna promozionale, una rarità per le produzioni di alta qualità su Netflix. Nonostante ciò, la serie ha rapidamente conquistato il pubblico grazie alla sua scrittura impeccabile, alle interpretazioni intense e alla regia innovativa. La scelta di utilizzare il crime come pretesto per affrontare temi complessi e attuali ha reso Adolescence un’opera unica nel panorama delle miniserie, capace di stimolare riflessioni profonde e di lasciare un segno duraturo.

Una serie da far vedere in classe?

Il successo di Adolescence non si limita solo agli schermi di Netflix, ma si riflette anche nelle discussioni online. Un post su Threads, condiviso da un insegnante, ha attirato l’attenzione per il modo in cui la serie è stata utilizzata in classe. L’autore del post racconta di aver mostrato le prime due puntate ai suoi studenti sedicenni durante un’ora di sostituzione, ottenendo un risultato sorprendente: la classe è rimasta in silenzio, completamente affascinata dalla storia. “Sono rimasti impietriti ed affascinati dalla storia. Dalle storie”, scrive l’insegnante, sottolineando l’impatto emotivo della serie. Il post prosegue con un invito agli studenti a vivere l’esperienza della visione come un momento collettivo, evitando di guardare la terza puntata a casa. L’approccio sottolinea il potere di Adolescence non solo come prodotto di intrattenimento, ma anche come strumento per stimolare riflessioni e discussioni su temi complessi come il bullismo, la mascolinità tossica e le dinamiche sociali che influenzano i giovani.

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