Addio allo SPID? Il governo vuole puntare tutto sulla CIE, la carta d’identità elettronica. Renzi attacca: “Meloni nemica dell’innovazione”

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Addio allo Spid? Il governo ci pensa. Secondo quanto spiega, il sottosegretario con delega all’Innovazione tecnologica, Alessio Butti, l’esecutivo sta riflettendo sul futuro dell’identità digitale.

Durante la festa per i 10 anni di Fratelli d’Italia, Butti ha detto: “Cerchiamo di spegnere gradualmente Spid che raccoglie una serie di identità digitali e facilitare l’azione delle nostre imprese e dei cittadini con la Pubblica amministrazione”.

Secondo le forze di maggioranza, lo Spid sarebbe difficile da usare, soprattutto per le persone anziane, sia per l’acquisizione che per l’uso nei rapporti con la Pubbica amministrazione. Si dovrebbe lasciare spazio alla carta di identità elettronica come unico mezzo di interazione.

Secondo i dati dell’Osservatorio Digital identity della School of Management del Politecnico di Milano sono già 32,2 milioni di cittadini sono in possesso di Spid (+30% rispetto allo stesso periodo del 2021), con rilasci e accessi in continuo aumento.

Opposizione già all’attacco. In una nota Matteo Renzi e Marianna Madia, presidente del Consiglio e ministra per la Pubblica amministrazione all’epoca dell’introduzione dello Spid, spiegano: “Dopo l’indecoroso balletto sul Pos e la scelta miope di cancellare 18app, ora il governo Meloni prova a spegnere anche Spid. Ma perché la Meloni ha così paura dell’innovazione?”.

“Si tratta di una innovazione del nostro Governo, che ci invidiano anche da altri paesi europei, su cui siamo arrivati per una volta primi. Il governo torni indietro, si fermi prima di fare un’altra brutta figura: diciamo basta alle scelte contro i cittadini. Viva la modernità e l’innovazione”, concludono.

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