Addio a Carla Rinaldi, il ricordo di Novara: “Riferimento per chi valorizza la differenza infantile e rifiuta l’approccio clinico”

La scomparsa di Carla Rinaldi, per anni alla guida di Reggio Children, morta a 78 anni dopo una malattia, rappresenta per il pedagogista Daniele Novara un’occasione per richiamare l’attenzione sull’esperienza educativa nata a Reggio Emilia nel 1994 su impulso di Loris Malaguzzi.
Un’esperienza che ha posto al centro del proprio approccio le competenze cognitive e pratiche dei bambini, valorizzando la loro prospettiva nella comprensione del mondo.
“Un approccio che valorizza lo sguardo e la differenza infantile come ricchissima risorsa e che si muove, in modo certamente meritorio, nella direzione opposta all’attuale dilagare di neurodiagnosi, ponendosi come riferimento per chi ancora rifiuta l’approccio clinico che oggi va così di moda – spiega Novara – Una grande intuizione, portata in tutto il mondo come un vero e legittimo fiore all’occhiello della cultura pedagogica emiliana e italiana“.
Il pedagogista ha ricordato i momenti di collaborazione con Reggio Children, tra cui la partecipazione alla rassegna L’età creativa del 2007, durante la quale fu proposta una mostra laboratoriale ispirata ad Alberto Burri. In quell’occasione, i bambini furono coinvolti in attività legate alla percezione del colore, con risultati particolarmente concreti e partecipati.
Il metodo “Litigare Bene” e il sostegno di Carla Rinaldi
Un anno dopo, Novara fu invitato a visitare la sede di Reggio Children, dove Carla Rinaldi espresse un apprezzamento esplicito per il lavoro sul conflitto infantile condotto attraverso il libro Abbracci e litigi. Il riconoscimento contribuì alla successiva validazione scientifica del metodo “Litigare Bene”, oggi diffuso a livello internazionale.
“Anche per questo ringrazio Carla Rinaldi e l’enorme esperienza pedagogica di Reggio Children, che ancora una volta sostiene la grande tradizione pedagogica italiana, non quella gentiliana, ma quella direttamente proveniente dalla linea di Maria Montessori” conclude Novara.