Accordo storico tra ANPI e MIUR, lo studio completo della resistenza entra, finalmente, nelle scuole

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Marco Barone – Il 24 luglio 2014 al Senato è stato stipulato il Protocollo di intesa, dalla durata di tre anni, fra Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e Anpi, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia.

Marco Barone – Il 24 luglio 2014 al Senato è stato stipulato il Protocollo di intesa, dalla durata di tre anni, fra Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e Anpi, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia.

Miur e Anpi, in particolare, realizzeranno iniziative per le celebrazioni del 70° della Resistenza e della Guerra di Liberazione, promuovendo processi tematici di riscoperta dei luoghi della memoria e la divulgazione dei valori fondanti la Costituzione repubblicana. All’interno del protocollo si legge che "il MIUR e l’ANPI si impegnano a promuovere e sviluppare iniziative di collaborazione e di consultazione permanente al fine di realizzare attività programmatiche nelle scuole e per le scuole volte a divulgare i valori espressi nella Costituzione repubblicana e gli ideali di democrazia, libertà, solidarietà e pluralismo culturale".

Le Parti si impegnano in particolare nella realizzazione di un programma comune di attività articolato nei seguenti punti:

– fornire contenuti e materiali di qualità per l’apprendimento delle discipline storiche, assicurando opportunità di studio, ricerca e approfondimento con particolare riguardo ai temi inerenti al movimento di liberazione e all’età contemporanea;

– progettare strumenti didattici, di orientamento, mentoring e tutorato rivolti agli studenti al fine di rendere possibile l’utilizzo delle tecnologie internet e social; – promuovere attività di scambio, formazione, seminari e conferenze su temi e metodi della didattica e pedagogia dell’insegnamento della storia;

– realizzare materiale informativo, anche di tipo multimediale e via internet, destinato agli studenti ed ai docenti.

Il MIUR si obbliga a realizzare azioni di impulso e di coordinamento tra i diversi interlocutori pubblici e governativi interessati dalle attività del progetto facendosi parte attiva nella diffusione ed implementazione delle azioni dirette a consolidare l’impegno pubblico nella promozione delle attività previste dal presente Protocollo e stanzierà risorse finanziare necessarie alla realizzazione del Piano annuale di attività approvato dal Comitato Tecnico-Scientifico.

L’ANPI, si impegna a mettere a disposizione delle iniziative oggetto del presente Protocollo d’intesa, il proprio patrimonio storico e culturale anche attraverso il lavoro degli associati delle sedi territoriali per una massima divulgazione delle iniziative conseguenti il presente Protocollo d’Intesa.Per la realizzazione degli obiettivi indicati nel Protocollo di Intesa e per consentire la pianificazione strategica degli interventi programmati, è costituito un Comitato Tecnico-Scientifico paritetico, composto rispettivamente da tre rappresentanti del MIUR e da altrettanti dell’ANPI. Il Comitato Tecnico-Scientifico è presieduto dal Direttore Generale per lo Studente, l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione.

 
Per lo svolgimento delle attività programmate, potranno essere coinvolti, di volta in volta, esperti dell’Amministrazione, delle strutture scolastiche e universitarie, nonché esperti nazionali o stranieri. Sarà la volta buona per sanare tutte quelle mistificazioni, falsità,che hanno caratterizzato e caratterizzano ancora oggi in particolar modo le vicende complesse del Confine orientale? Quali saranno i criteri con i quali si potranno definire i relatori, sia nazionali che stranieri, come esperti? Quali “referenze” si dovranno avere? Lo capiremo a breve, comunque è un passo importante, significativo, che certamente potrà sanare nella scuola, a livello nazionale, quello studio approssimativo o nozionistico che spesso caratterizza le vicende riguardanti la resistenza e le violenze nazifasciste, come quelle subite oltre che dagli ebrei anche da gay, lesbiche, travestiti, rom, sinti, prostitute, testimoni di Geova, anarchici, comunisti, antifascisti o quelle, per esempio, subite dalle comunità slavofone, sloveni,serbi, croati, montenegrini, a partire dai campi di concentramento italiani, ed anche sul territorio italiano, una cinquantina circa, penso a Visco, Gonars, ad esempio, i processi di italianizzazione "forzata", spesso semplicemente non studiati e non conosciuti da diverse generazioni.

fonte:http://xcolpevolex.blogspot.it/2014/08/accordo-storico-tra-anpi-e-miur-lo.html

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