Accardo e Muti contro l’ignoranza musicale: “In Italia la musica a scuola è un optional. Ma il Ministero corre ai ripari: “Avvicinare i giovani alla bellezza della musica”

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Il Ministero dell’Istruzione e del Merito e la Fondazione Uto Ughi hanno scelto la cornice maestosa della Basilica di San Francesco ad Assisi per lanciare un’iniziativa destinata a rivoluzionare l’approccio alla musica nelle scuole.  

L’obiettivo è chiaro: ridare centralità alla musica classica, troppo spesso marginale nei programmi scolastici, nonostante l’Italia sia la patria del melodramma e di compositori immortali come Verdi e Puccini.

L’Orchestra Nazionale della Scuola Italiana: un’eccellenza in formazione

La novità più attesa è l’annuncio della nascita dell’Orchestra Nazionale della Scuola Italiana, in programma per novembre 2025. Un progetto ambizioso, che coinvolgerà i migliori talenti dei licei musicali, affiancati da orchestre regionali per creare una rete capillare. “Vogliamo valorizzare i giovani e avvicinare il pubblico alla bellezza della musica”, ha spiegato Valditara, sottolineando l’importanza delle nuove Indicazioni Nazionali, che inseriranno l’educazione musicale fin dalla scuola dell’infanzia, con focus su storia della musica, canto e formazione docenti.

Il grido d’allarme dei maestri: “In Italia la musica è ancora un optional”

A confermare l’urgenza dell’intervento, le parole di due giganti della musica: Salvatore Accardo e Riccardo Muti. Il primo, violinista di fama mondiale, ha ricordato come la musica unisce culture e salva vite: “In 50 anni d’insegnamento, nessun mio allievo è finito nella tossicodipendenza. La musica educa e cura”. Muti, dal canto suo, ha denunciato il paradosso italiano: “Siamo la terra del bel canto, eppure a scuola la musica è trattata con superficialità”. Entrambi concordano: servono maestri appassionati per accendere nei giovani quella scintilla che, come racconta Accardo, ha portato sua figlia Irene a innamorarsi del pianoforte grazie a Il Flauto Magico di Mozart.

Musica come terapia e strumento di coesione

L’evento ha anche messo in luce il potenziale terapeutico della musica. Accardo ha citato casi di ragazzi con difficoltà psico-fisiche migliorati grazie all’ascolto di Mozart, mentre Valditara ha ribadito che investire nella cultura musicale significa prevenire il disagio giovanile. Un messaggio che riecheggia le parole del grande David Ojstrach, ricordate da Accardo: “Il musicista è un tramite: il suo compito è servire la musica, non servirsene”.

Con questo progetto, il MIM e Uto Ughi lanciano una sfida educativa senza precedenti: far sì che le note di un violino o di un’opera lirica risuonino non solo nei teatri, ma anche nelle classi, dove possono diventare strumenti di crescita, inclusione e, soprattutto, speranza.

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