Abuso precariato, il decreto Salva-infrazioni in Senato non risponde alle richieste europee: emendamenti Anief per favorire parità di trattamento supplenti, doppio canale reclutamento e indennità

Continuano a far a discutere gli effetti della procedura di infrazione n. 2014/423 sui contratti di lavoro a tempo indeterminato nel settore pubblico all’esame di Palazzo Madama: si tratta di un iter avviato dalla Commissione Europea nel 2014 e che negli ultimi tre anni grazie alle iniziative di Anief in Parlamento Europeo e presso il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa ha prodotto delle lettere di messa in mora e a richieste di parere motivato.
“La procedura – ricorda Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – impone all’Italia di fare due cose: la prima di riconoscere un trattamento paritario al personale di ruolo ed al personale precario in modo tale che il trattamento riservato a quest’ultimo non sia meno favorevole di quello del personale di ruolo; l’altra riguarda l’introduzione di misure dissuasive che evitino l’abuso dei contratti a termine e portino ad un risarcimento”.
Il sindacalista autonomo lo ha ricordato in un’intervista all’agenzia Teleborsa indicando che “nonostante l’esistenza di una procedura d’infrazione con due motivazioni relative al precariato scolastico, il governo con il decreto legge 69 Salva-infrazioni”, approvato dal governo il 7 giugno e successivamente pubblicato in Gazzetta Ufficiale, “ha modificato soltanto le regole sulla ricostruzione di carriera, imponendo il riconoscimento dell’effettivo servizio per intero, grazie ad una battaglia portata avanti dall’Anief”. Inoltre, sempre il decreto legge 69/22 ha aperto all’assegnazione della carta docente ai supplenti annuali, anche questo chiesto a gran voce dall’Anief, seppure solo ai supplenti con nomina fino al 31 agosto.
Tuttavia, il decreto risulta incompleto, perché, ha spiegato Pacifico, “non ha riconosciuto anche la parità di trattamento degli anni di precariato e neanche un doppio canale di reclutamento o quell’indennità che la Cassazione riconosce a tutto il personale precario che subisce questo abuso”. Per questi motivi, l’Anief “ha chiesto un’audizione in Parlamento: chiederemo specifici emendamenti al decreto, che pongano fine a questa procedura che si è trasformata anche in una lettera di reclamo e messa in mora della Commissione europea”, ha concluso il sindacalista rappresentativo.