Abuso di precariato, supplente di Religione per 22 anni consecutivi difesa dai legali Anief risarcita dal Tribunale di Ivrea con oltre 30.000 euro: evidente la reiterazione non lecita dei contratti a termine

WhatsApp
Telegram

L’abuso di precariato costa salato allo Stato italiano: nelle stesse ore del deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia Europea per l’eccesso di supplenze e mancate stabilizzazioni, arriva notizia della sentenza emessa da parte del Tribunale di Ivrea, datata 2 ottobre, che grazie all’operato dei legali Anief risarcisce con 30.469,20 euro una docente precaria di Religione cattolica dopo bene 22 anni consecutivi di contratti rigorosamente a termine: nella sentenza, si legge, il giudice ha detto che “è evidente la configurabilità della abusiva reiterazione di contratti a termine denunciata dalla ricorrente”.

“Queste sentenze e il deferimento dell’Italia dalla parte delle Corte UE sono segnali eloquenti – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief –: l’Italia deve assolutamente e in fretta adeguarsi alle richieste che arrivano dell’Unione europea sulla assunzione automatica del personale della pubblica amministrazione, a partire da quello che lavora nella scuola dove un insegnante su quattro, parliamo di 250mila supplenze annuali, non è di ruolo”.

“La sentenza di Ivrea, ottenuta dagli avvocati Giovanni Rinaldi, Fabio Ganci, W. Miceli e Nicola Zampieri, è una evidente vittoria contro l’abuso dei contratti a termine che, da troppo tempo, penalizza i lavoratori della scuola – continua Pacifico – , ma rappresenta solo l’inizio: stiamo per lanciare una 𝗰𝗹𝗮𝘀𝘀 𝗮𝗰𝘁𝗶𝗼𝗻 𝗴𝗿𝗮𝘁𝘂𝗶𝘁𝗮 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗼 𝗹𝗼 𝗦𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗶𝘁𝗮𝗹𝗶𝗮𝗻𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗹’𝗮𝗯𝘂𝘀𝗼 𝗱𝗲𝗶 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗮𝘁𝘁𝗶 𝗮 𝘁𝗲𝗿𝗺𝗶𝗻𝗲 𝗻𝗲𝗹 𝘀𝗲𝘁𝘁𝗼𝗿𝗲 𝘀𝗰𝗼𝗹𝗮𝘀𝘁𝗶𝗰𝗼: un’opportunità senza precedenti per chiedere un risarcimento fino a ben 24 mensilità dell’ultima retribuzione ricevuta”.

WhatsApp
Telegram