Abusi in famiglia, il ruolo della scuola. Parla una preside: “Ci sono segnali inequivocabili che non possono e non devono passare inosservati”

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Negli ultimi tempi, istituti scolastici hanno osservato un aumento preoccupante di sintomi tra gli studenti che suggeriscono possibili situazioni di abuso in casa.

Questi sintomi variano dai disturbi intestinali e del sonno alla depressione, dall’isolamento alla paura degli estranei. Vi sono, inoltre, segnalazioni di cambiamenti drastici nei comportamenti, come aggressività, disturbi alimentari, basso rendimento scolastico e persino comportamenti autolesionistici.

Valeria Catalano, dirigente scolastica, conferma la serietà della situazione. Secondo la preside, in un’intervista al Giornale di Sicilia, i bambini vittime di abusi spesso mostrano segni inequivocabili, come isolamento eccessivo, dimagrimento, mancanza di appetito, e reazioni avverse ai tentativi di contatto fisico. Questi segnali, sostiene, non possono e non devono passare inosservati.

Tuttavia, riconoscere questi sintomi nei più piccoli è un compito più semplice rispetto agli adolescenti. Mentre i bambini potrebbero non essere pienamente consapevoli della gravità delle loro situazioni e potrebbero essere più propensi a parlare, gli adolescenti sono spesso più riluttanti. Molti temono le conseguenze, dubitano di essere creduti o semplicemente cercano di nascondere la verità.

La scuola, nel suo ruolo di custode, deve rimanere vigile. Al rilevamento di tali segnali, le scuole stendono relazioni dettagliate, delineando i cambiamenti osservati e qualsiasi rivelazione fatta da un alunno. Questi documenti vengono poi inviati alle forze dell’ordine per ulteriori indagini.

Il compito della scuola non è solo educativo, ma anche protettivo. Nei quartieri difficili, dove i bambini potrebbero non avere punti di riferimento chiari su ciò che è giusto o sbagliato, le scuole rappresentano un baluardo fondamentale per garantire il benessere dei loro studenti.

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