AAA cercasi posto nelle materne di tutta Italia per circa diecimila bambini
Red – Non ci sono posti nelle materne per i piccoli allievi: è la situazione comune in tutta Italia.
L’anno scorse sono state respinte quasi diecimila domande e neanche i nidi privati aiutano, l’aumento degli iscritti è stato di 3.146 alunni.
Red – Non ci sono posti nelle materne per i piccoli allievi: è la situazione comune in tutta Italia.
L’anno scorse sono state respinte quasi diecimila domande e neanche i nidi privati aiutano, l’aumento degli iscritti è stato di 3.146 alunni.
A Milano lo scorso anno anche i numeri della lista d’attesa dello scorso anno è stata contestata: 652 richieste sulla carta, ma più di mille secondo la MaMi, un’associazione di mamme. La scuola d’infanzia sappiamo che non è obbligatoria, ma il 60% dei bambini sceglie lo Stato, il rimanente 40 va nel privato, 7 scuole su dieci sono cattoliche. Su 1,7 milioni di bambini che frequentano la scuola materna, 660.000 sono iscritti alle private.
Secondo uno studio della Flc-Cgil sarebbero necessarie 2.500 sezioni in più nel pubblico, e la proposta del sindacato è un piano quinquennale con 500 nuove sezioni ogni anno con un costo di 170 milioni di euro. Le materne sono in aumento, ma non con questo ritmo: 167 sezioni in più nel 2012, 518 in più negli ultimi 5 anni. Le sezioni pubbliche sono oggi 42.937.
A Bologna si sta aspettando con ansia il referendum del 26 maggio sui finanziamenti alla scuola paritaria da parte del Comune, si parla di un milione di euro: Bologna ha 27 asili privati, 25 cattolici; i bambini lo scorso anno rimasti senza scuola sono stati 103, su 463 in lista la cui differenza è stata recuperata in corso d’anno.
A Reggio Emilia, negli ultimi due anni, i trasferimenti sono scesi di un milione di euro (su ventuno) e si assiste a un calo significativo nella percentuale di scolarizzazione dei bambini dai tre ai sei anni. Causa crisi, almeno 500 fanciulli non sono stati iscritti dalle famiglie a nulla , e straordinariamente, sono crollate le liste d’attesa, la percentuale di chi frequenta resta alta – il 40,5% al nido, l’86% nella scuola d’infanzia – , ma si è spostata su fasce di reddito più alte.
In Toscana da anni la Regione finanzia le speciali sezioni Pegaso all’interno di scuole statali o comunali per affrontare richieste che altrimenti resterebbero inevase: per il prossimo anno scolastico le sezioni Pegaso saliranno a 170 (più settanta). La Regione Toscana, però, non ha più fondi e ha chiesto l’intervento diretto dello Stato.
A Roma un bambino su due resta in lista d’attesa: le domande per le comunali della prossima stagione sono state mille in più e 11.381 piccoli (su 21.757) resteranno a casa. I "fuori asilo" nella capitale sono diventati più di quelli che entreranno e il rapporto tra educatori e bambini passerà da uno ogni sei a uno ogni sette. La giunta Alemanno, ancora, ha scelto di affidare la gestione di otto asili ad altrettante strutture private emanando un bando che fa scendere il costo per bimbo da 600 euro a 480, un low cost che diventerà inevitabile ribasso della qualità offerta.