A settembre il vino sarà materia di studio a scuola, i medici: “Una follia. Nelle scuole si deve insegnare perché bere fa male”. Ais difende il protocollo d’intesa

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Un accordo tra il governo e l’Associazione italiana sommelier prevede che da settembre vino e olio diventeranno materia di studio per centinaia di scuole, dalle elementari alle superiori. L’idea si è concretizzata allo scorso Vinitaly, quanto i sottosegretari Centinaio (Politiche Agricole) e Sasso (Istruzione) hanno firmato un protocollo con AIS, associazione nazionale sommelier. 

Per Rossano Sasso, deputato leghista e sottosegretario all’Istruzione del Governo Draghi, l’iniziativa “Serve per trasmettere ai nostri ragazzi la cultura del buon bere sin dalla giovane età”.

Solo con gli studenti degli ultimi anni ci saranno le degustazioni“, precisa l’ex presidente di Ais Antonello Maietta, firmatario del protocollo. “Spiegheremo i benefici del vino, senza negare che per la scienza è da assumere con moderazione“.

Iniziativa che non piace però ai medici: “Siamo alla follia“, sbotta il dottor Gianni Testino, presidente della Società Italiana di Alcologia, si legge su L’Espresso. “L’alcol aumenta il rischio di tumore. Una scuola che ne fornisce elementi positivi è antiscientifica e antietica“.

Gianni Testino però attacca: “Non esiste il consumo consapevole di un cancerogeno. Insegnare il “bere moderato” è un regalo alla lobby dei produttori“, attacca  “Gli interessi commerciali devono essere tenuti distanti quando si ha a che fare con la salute pubblica”, aggiunge il professore Emanuele Scafato, vicepresidente di Eufas, Federazione europea delle società sulle dipendenze. “Nelle scuole si deve insegnare perché bere fa male, altrimenti si fa disinformazione“.

Il rapporto tra il vino e la Penisola italiana, oltre a essere plurisecolare, anima il tessuto socioeconomico dei territori, plasma la geografia dei luoghi, ispira opere d’arte, mette in moto eventi storici: tutti argomenti canonici del percorso scolastico dei ragazzi“, dichiara Sandro Camilli, fresco di elezione a presidente nazionale AIS.

Camilli, scrivendo alla nostra redazione, tiene a precisare alcuni aspetti della questione.

Prima di tutto, fa notate il presidente Ais, i principali obiettivi appaiono chiaramente espressi all’interno del Protocollo stesso: «favorire le esperienze dirette con i luoghi della cultura», «sostenere e monitorare […] l’impianto progettuale e organizzativo dell’iniziativa e dell’accoglienza nei siti culturali di interesse storico e artistico della Giornata Nazionale del Vino e dell’Olio», «promuovere e organizzare […] iniziative di orientamento finalizzate alla conoscenza del settore economico in relazione ai profili professionali, alle competenze richieste, alle opportunità formative previste nel secondo ciclo d’istruzione e terziaria, alle attività di transizione scuola-lavoro».

Per tutti, e in particolare per i giovani, cultura e formazione – ha ribadito il Presidente Camilli – sono i prerequisiti per un approccio consapevole, condizione fondamentale per evitare condotte dannose e individuare allo stesso tempo strade percorribili per il proprio futuro”.

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