A scuola senza plexiglas e senza mascherine, “i giovani non si infettano e non infettano”. Il documento di un gruppo di medici

L’appello su un ritorno a scuola senza misure “traumatizzanti”, come plexiglas e mascherine arriva da 5 medici che hanno diffuso un documento sul rientro a scuola. Il documento è a firma del cardiologo Lorenzo Del Pesce, il pediatra e medico del 118 Giacomo Fruzza, del cardiologo Claudio Marabotti, Riccardo Ristori, medico dell’emergenza-urgenza e della psichiatra Simona Bellini. Tutti del livornese
“Bambini e gli adolescenti rappresentano solo l’1–5% dei casi diagnosticati di COVID-19 – spiegano – e almeno il 90% hanno una malattia asintomatica o lieve (4,5). I bambini che sembrano essere a più alto rischio di malattia più grave sono i neonati di età minore di 1 anno e quelli con condizioni mediche di base come patologie cardiovascolari, polmonari e quelli che devono assumere terapie immunosoppressive”.
Altra argomentazione riguarda il fatto che i bambini sono raramente responsabili del contagio di persone adulte. Secondo una ricerca effettuata in Svizzera su un gruppo di 39 famiglie con bambini affetti da Covid-19, solo in tre casi i bambini sono risultati essere il vettore dell’infezione all’interno della famiglia. Negli altri 36 casi sono stati infettati da familiari”.
Cosa fare quindi per il rientro a scuola? I rischi maggiori riguardano gli adulti, sono le famiglie e il personale che dovrebbero essere salvaguardati a partire dalla distanza di sicurezza, inoltre, aumentare il tempo scuola significherebbe diminuire la possibilità di contagio dei giovani, dal momento che diminuirebbe il tempo di contatto con gli adulti.
Il rientro a scuola, secondo questi medici, potrebbe avvenire con regole meno stringenti. “Il personale e gli studenti dovrebbero praticare una buona igiene per prevenire la diffusione di COVID-19. Ciò include lavarsi le mani a intervalli regolari, coprire la bocca e il naso con un gomito o un tessuto piegato quando si tossisce o starnutisce”.