A scuola arriva l’ora di intelligenza artificiale: “Si esplorano potenzialità e rischi, amplia il bagaglio culturale degli studenti e apre opportunità di lavoro”

A Jesi, in una scuola superiore, l’intelligenza artificiale non è più un concetto astratto, ma una realtà tangibile nelle aule scolastiche.
L’istituto, pioniere nelle Marche e tra i primi in Italia, ha adottato un programma di studi che include l’intelligenza artificiale come materia di studio, rispondendo alle richieste delle aziende locali. La dirigente scolastica, a Il Resto del Carlino, sottolinea che questa decisione non è stata presa per ottenere attenzione mediatica, ma per soddisfare una richiesta concreta del mondo produttivo. “Già dalla terza classe, gli studenti affrontano tematiche etiche legate all’IA, esplorando sia le sue potenzialità che i rischi associati”, afferma.
L’introduzione dell’intelligenza artificiale, inquadrata nell’ambito dell’informatica e delle telecomunicazioni, copre tre classi quarte e due quinte. Il coordinatore del dipartimento di Informatica, spiega: “L’obiettivo è fornire agli studenti una preparazione avanzata sulle tecnologie emergenti. Questo amplia il loro bagaglio culturale e apre nuove opportunità di carriera”. L’integrazione dell’IA nel curriculum esistente mira a sviluppare competenze e abilità necessarie nel mondo del lavoro.
Un altro docente sottolinea come gli studenti utilizzino strumenti come ChatGPT per attività pratiche come la redazione di email o lo svolgimento di compiti. “L’obiettivo è utilizzare questi strumenti per favorire una crescita consapevole, tenendo conto dei limiti e dei rischi”, dice. Le aziende locali impiegano l’IA per vari scopi, tra cui l’analisi di campagne elettorali o il riconoscimento di difetti nei prodotti.
Uno studente, invece, osserva l’impatto dell’IA nella vita quotidiana. “Non temo le ricadute occupazionali“, afferma, “sono in un settore in crescita, che offre nuove opportunità”.