A Roma porte chiuse per gli studenti stranieri: la scuola diventa un miraggio per molti adolescenti
A Roma, la scuola secondaria si trasforma in un percorso ad ostacoli per gli studenti stranieri arrivati tramite ricongiungimento familiare, soprattutto per gli adolescenti. Nonostante il diritto allo studio sia garantito, la realtà si rivela ben diversa, come denuncia l’associazione Scuolemigranti.
“Ogni settembre si ripete la stessa situazione: ragazzi con il diritto di studiare si ritrovano senza un banco”, afferma Paola Piva, coordinatrice di Scuolemigranti, una rete che riunisce 90 associazioni impegnate nell’insegnamento dell’italiano L2.
Il problema si acuisce alle scuole superiori, come dimostrano i dati del servizio Discol, creato da Scuolemigranti per supportare le famiglie straniere che si vedono rifiutare l’iscrizione. “Nelle ultime settimane, abbiamo contattato 23 istituti superiori per inserire 10 ragazzi, ma tutti hanno rifiutato per mancanza di posti”, rivela Anna Nota, responsabile di Discol.
Le difficoltà sono molteplici. La scelta del percorso scolastico, già complessa per gli studenti italiani, diventa un rompicapo per chi proviene da sistemi scolastici differenti. Manca un servizio di orientamento specifico per questi ragazzi, che spesso si ritrovano disorientati e a rischio di abbandono scolastico.
A ciò si aggiunge la barriera linguistica. Raggiungere un livello di italiano adeguato alle materie di studio richiede tempo e impegno. Se alcuni istituti si stanno adoperando con strategie didattiche inclusive, la maggior parte non sembra pronta ad accogliere questi studenti.
Scuolemigranti lancia un appello affinché si intervenga con urgenza per garantire il diritto allo studio a tutti gli studenti, a prescindere dalla loro nazionalità. L’inclusione passa anche dalla scuola, e negare l’accesso all’istruzione significa privare questi ragazzi di un futuro migliore.