A Palermo, il Museo va a scuola e la scuola al Museo: esperienza “Kounellis” dal quartiere Sperone al RISO

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Gli studenti dell'Istituto Comprensivo "Sperone-Pertini" nella Sala Kounellis del Museo RISO

“Il museo va a scuola, e la scuola va al museo”. Si, avete capito bene. Non è un gioco di parole, ma è successo veramente. Sono trascorsi cinque mesi da quando la “grande imbarcazione di Jannis Kounellis” con una donna raffigurante la Santa Patrona di Palermo, Rosalia, è approdata nel quartiere Sperone di Palermo, senza marinai, ma con una sfavillante vela ricoperta di Swarovski.

A guidarla in un corteo di 3.000 persone per il quartiere c’erano 400 bambini dell’Istituto Comprensivo “Sperone-Pertini”, con la loro preside Antonella Di Bartolo, e le associazioni Amici dei Musei Siciliani e L’Arte di Crescere, con il contributo di Cassa edile Cepima e del Comune di Palermo.

Era il Festino dello Sperone dove Kounellis ha incontrato metaforicamente i bambini della scuola. La sua grande imbarcazione è rimasta nel quartiere. E i piccoli l’hanno condotta sotto il murale “Le Rosalie ribelli” dipinto per l’occasione dall’artista Giulio Rosk. Lo stesso giorno in cui Giulio ha cominciato a disegnare su di una delle pareti del quartiere di edilizia popolare, che sembrano tele di un pittore o quinte teatrali, la direttrice del RISO – Museo regionale d’Arte moderna e contemporanea di Palermo, Evelina De Castro, ha pensato di portare “Il Museo a scuola” per trovarsi poi con “La scuola dentro al museo” qualche mese dopo. Vediamo cos’è successo.

Il motivo per cui la direttrice del RISO è andata dai bambini dello Sperone è che il suo Museo possiede una grande installazione site-specific – l’opera più emblematica dell’intera collezione – dell’artista greco Jannis Kounellis. Dentro il Museo c’è una sua opera che riveste un intero salone con un “affresco contemporaneo” e tridimensionale. Si tratta di un gruppo di armadi, reali, acquistati al Mercato delle Pulci di Palermo, penzolanti dal soffitto, che vogliono dirci di cambiare prospettiva. Rispetto alla vita reale, ai sogni, all’immaginazione, alle idee, seppur riconoscendo degli elementi comuni come appunto gli armadi dove ogni giorno appendiamo i vestiti.

La direttrice del RISO Evelina De Castro all'Istituto Comprensivo "Sperone-Pertini"
La direttrice del RISO Evelina De Castro all’Istituto Comprensivo “Sperone-Pertini”

Cosa rappresentano gli armadi? Sono custodi del tempo, delle idee, dei nostri sogni, dei pensieri e dei sentimenti più profondi. Il cambio di prospettiva sembra quasi un obbligo perchè l’arte ci stimola sempre a pensare. Dopo qualche mese dalla visita della direttrice del Museo, giunti nel salone degli armadi al RISO, i bambini dello Sperone si sono coricati con gli occhi al soffitto per immaginarsi su quella grande barca dell’artista approdata nel loro quartiere qualche mese prima, pensando e scrivendo le loro idee, i loro sogni, le possibilità.

Ma tornando a scuola, la direttrice del RISO aveva voluto sensibilizzare studenti e genitori durante l’incontro, presenti anche alcuni nonni, sul concetto di cura di un’opera d’arte che stava per arrivare nel loro quartiere. “Perchèspiega De Castro -, l’arte contemporanea come arte pubblica esercita un ruolo importante per la crescita civile e l’inclusione sociale. L’arte contemporanea entra in tutto ciò che riguarda il quotidiano.”

A dimostrarlo non è soltanto il fatto che un’opera d’arte così imponente e importante artisticamente sia arrivata fisicamente in un quartiere, ma che l’artista a suo tempo l’abbia realizzata con materiali altrettanto semplici, “poveri”, per la cosiddetta “arte povera” di cui è stato uno dei protagonisti in Italia e nel mondo nel Novecento. Nel 2007 Kounellis arrivava a Palermo per il famoso Festino di Santa Rosalia realizzando questa grande imbarcazione oggi esposta allo Sperone dopo un accurato restauro. Un carro appunto che ha la forma di una barca – il Carro di Santa Rosalia – che ha sfilato per le vie del centro storico di Palermo nel 2007. L’artista si ispirò alle grandi imbarcazioni dei tonnaroti dell’isola di Favignana che solcano il Mediterraneo. Il sudore quindi, la vita semplice, il lavoro di ogni giorno.

Il Carro di Jannis Kounellis nel quartiere Sperone sotto il murale "Le Rosalie ribelli"
Il Carro di Jannis Kounellis nel quartiere Sperone sotto il murale “Le Rosalie ribelli” (foto di Elena Galimberti)

“I bambini con i loro insegnanti sono venuti al Museo qualche mese dopo rispetto al Festino dello Sperone dove hanno sfilato per le vie del loro quartiere con il Carro di Kounellis restaurato, per fare dei laboratori con noi. La scuola si ricongiunge al Museo, dopo che il Museo è andato da loro racconta la direttrice De Castro -. Una prima domenica del mese, con ingresso gratuito nei musei, alcuni di loro sono tornati con i familiari. L’arte è condivisione, questa esperienza con il quartiere Sperone la terremo sempre presente come caso di progettazione. Quando sono andata a scuola da loro, i ragazzi sono rimasti colpiti dall’invito a riflettere su questa apparente contraddizione: al termine arte associamo sempre qualcosa che sia prezioso, unico, l’aggettivo povero ti porta a riflettere su che cosa sia l’arte oggi. L’arte oggi è un’occasione per coinvolgere i tuoi cinque sensi, tirarti dentro e farti vivere un’esperienza. L’arte contemporanea ti dà modo di entrare in relazione con l’opera, riconoscere i materiali, fare domande, partecipare, mettendoti ad esempio sotto gli armadi di Kounellis al Museo. Questo è il lavoro che abbiamo fatto. Il Museo RISO nasce come museo diffuso sul territorio.”

“Tutta l’attività e il progetto didattico svolto con i bambini dello Sperone ruota intorno al restauro del Carro del Festino di Santa Rosalia del 2007, realizzato da Kounellis, un’artista che ripropone nel nostro Museo, nel 2008, un allestimento temporaneo che lui a Palermo già fece nel 1993 spiega Rosaria Raffaele Addamo, storica dell’arte e referente del settore educazione del Museo RISO -. Quando nasce il Museo e nel 2005 viene individuato il Palazzo, si comincia a costruire la collezione, l’idea è quella di recuperare queste forti testimonianze internazionali, tra le altre linee guida di costruzione della collezione.”

Gli armadi di Jannis Kounellis al Museo RISO
Gli armadi di Jannis Kounellis al Museo RISO

“Quindi viene comprato questo lavoro degli armadi di Kounellis, che viene allestito nel Museo nel 2008 continua Addamo -. L’esperienza dei bambini al Museo è stata suddivisa in due momenti, molti di loro era la prima volta che entravano nella sede museale. Ho fatto un percorso guidato fortemente selezionato e finalizzato a prendere conoscenza del sito. Abbiamo visto un’opera di Richard Long, che è un altro di questi artisti internazionali che sono stati acquisiti proprio con l’intento di tenere testimonianza di una mostra che fece nel ’97 ai Canteri Culturali della Zisa a Palermo. Poi al secondo piano abbiamo focalizzato l’attenzione del percorso sulle opere di Carla Accardi, Antonio Sanfilippo e Pietro Consagra, da cui prende avvio il nucleo della collezione. Non abbiamo svolto una lezione frontale ma è stata una guida alla lettura delle opere. I ragazzi hanno fatto poi un laboratorio pratico-creativo ispirato alla metodologia di Bruno Munari, sul quale noi puntiamo sempre.”

“Abbiamo voluto che i bambini portassero il loro contributo a questa attività soprattutto con il ‘fare’ creando dalla carta un origama della barca di Kounellis, una cosa abbastanza semplice; è venuto fuori anche che molti bambini non avevano mai fatto una barchetta di questo tipo, non avevano mai sperimentato spiega Tatiana Giannalivigni, che ha condotto il laboratorio didattico al Museo RISO -. Un gesto semplice è stato per molti anche un momento di esplorazione. Poi nella vela della barca dovevano inserire delle frasi, delle lettere o delle frasi di contenuto legati al messaggio di tutta l’attività che avevano svolto. L’idea di qualcosa che può nascere, di una speranza, di sogni, ma anche di cose semplici, di un loro desiderio.”

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