A Milano un preside dorme a scuola per evitare l’occupazione. Poi tratta con gli studenti: solo due giorni di stop con attività autogestite

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La linea dura del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara contro le occupazioni studentesche non sembra fermare la mobilitazione dei ragazzi. Lunedì mattina è toccato al liceo Virgilio di Milano, il più grande della città con duemila alunni e cinque indirizzi, essere occupato.

L’azione è scattata attorno alle 5 di mattina, ma a sorpresa gli studenti hanno trovato a scuola il preside che era rimasto a dormire lì insieme al vicepreside e al dirigente amministrativo della segreteria. Si è svolta quindi una trattativa che ha portato a un’intesa: due giornate di occupazione, notte inclusa, con le attività autogestite che termineranno martedì pomeriggio.

Lunedì le lezioni sono state sospese, mentre martedì saranno consentite per gli studenti di quinta che vorranno andarci. “Io non condivido il metodo delle occupazioni e per questo sono rimasto a dormire a scuola nel tentativo di sventarla. I ragazzi avevano altre intenzioni, poi abbiamo raggiunto un’intesa, ma rimarrò a dormire anche stanotte con una trentina di studenti”, spiega il dirigente al Corriere della Sera.

A differenza di quanto accaduto al liceo Severi, dove l’occupazione è stata segnata da danni e devastazioni, il Collettivo Autonomo Virgilio, che ha promosso l’azione, ha dato delle regole e fissato turni di guardia. Tra le regole: “non disperdersi per la scuola e seguire i collettivi. No esterni. Non fare danni né scritte: chi rompe paga”.

Proprio per questo il ministro Valditara ha lodato gli studenti: “Accolgo con soddisfazione il fatto che si siano dati delle regole per la loro occupazione, partendo dal presupposto che la scuola è patrimonio innanzitutto degli stessi studenti. Parlare chiaro con i ragazzi è giusto, il mio duro intervento dopo la devastazione al liceo Severi di Milano è evidentemente servito”.

Tanti i motivi che hanno portato all’occupazione del Virgilio: dalle carenze dell’edilizia scolastica al problema del disagio psicologico degli studenti, dal supporto a Gaza alla contestazione della riforma dei tecnici e professionali voluta da Valditara, fino alla gentrificazione di Milano.

“Non abbiamo imposto regole perché lo voleva il ministro, semplicemente abbiamo sensibilizzato i nostri compagni di fronte al fatto che la scuola è anche casa loro”, dice Claudio Genchi del Collettivo Autonomo Virgilio.

Le parole di Valditara, che ha auspicato la bocciatura per i vandali del Severi, non hanno scoraggiato l’occupazione del Virgilio. “Erano parole molto dure e quindi abbiamo avuto un po’ di timore, ma poi abbiamo pensato che se la maggioranza degli studenti voleva occupare era giusto farlo e quindi abbiamo portato avanti la nostra azione. Non volevamo protestare contro il nostro dirigente, ma mandare un messaggio alle istituzioni”, conclude Genchi.

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