A Milano ecco l’esperimento “no smartphone”, adolescenti a confronto: “A volte mi sento esclusa, vogliamo il telefono per sentirci grandi”
A Milano, un gruppo di preadolescenti sta partecipando a un esperimento sociale: vivere senza smartphone. Dotati di cellulari che permettono solo chiamate e SMS, questi studenti delle medie, intervistati da La Repubblica, si raccontano, condividendo le loro esperienze e riflessioni.
Il progetto “Aspettando lo smartphone”, avviato due anni fa, coinvolge ragazzi di diverse scuole milanesi i cui genitori hanno scelto di posticipare l’ingresso dei figli nel mondo degli smartphone. Un report dell’Università Bicocca evidenzia come la diffusione degli smartphone tra gli studenti sia in costante crescita: il 70,7% li possiede già in prima media, salendo all’88,1% in seconda, con un 13% che li utilizza già in terza o quarta elementare.
L’esperimento, pur apprezzato, crea a volte un senso di isolamento: “A volte mi sento esclusa”, confessa una ragazza. La principale difficoltà riguarda la comunicazione con i compagni: “Gli altri compagni scrivono tanto e noi restiamo sempre un po’ indietro”, spiegano i ragazzi, sottolineando l’importanza della chat di classe nella vita sociale scolastica. Nonostante le difficoltà, i partecipanti riconoscono i benefici di un uso limitato della tecnologia: “I ragazzi della nostra età vogliono il telefono per sentirsi grandi […] In realtà non serve così tanto, noi viviamo bene anche senza”. Sull’età giusta per avere uno smartphone, le opinioni divergono: nessuno la colloca sotto i 12 anni, con una proposta più audace che suggerisce la prima o seconda superiore. Il timore, però, è di diventare “lo zimbello della classe” se si aspetta troppo.