A febbraio il conguaglio ha reso ancora più modesti gli stipendi di docenti e Ata, un motivo in più per aderire allo screening gratuito Anief “Non un euro di meno”
A febbraio la maggior parte del personale della scuola ha ricevuto uno stipendio ridotto per via del conguaglio dei compensi del 2023 andando in questo modo, almeno per un mese, a vanificare il “beneficio medio di circa 160 euro al mese a regime” raggiunto nell’ultimo periodo e come rimarcato in queste ore dall’Aran.
Quelli della scuola, tuttavia, rimangono degli stipendi fortemente al di sotto della media Ocse e anche dei compensi ricevuti nel pubblico impiego, con i docenti e Ata che continuano a subire un ritardo rispetto alla maggior parte dei colleghi della PA di circa 4 mila euro annui. “Sono quelli – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – che stiamo cercando di recuperare con i nostri ricorsi per ottenere l’indennità di vacanza contrattuale piena, poiché non è stata allineata all’inflazione”.
“Inoltre – continua il sindacalista – da qualche settimana abbiamo avviato la campagna Anief di screening gratuita “Non un euro di meno”, attraverso la quale si intende verificare lo stato di servizio di ogni singolo insegnante e Ata: chiediamo ai lavoratori della scuola di verificare, attraverso anche i nostri uffici territoriali, quale è l’effettivo stato di servizio e se vi sono dei diritti loro negati, specialmente per chi ha svolto anni di precariato. È una battaglia che portiamo avanti con coscienza e convinzione, considerando anche le vittorie in Corte di giustizia europea per far applicare il diritto dell’UE e disapplicare le norme contrattuali e legislative nazionali in contrasto col diritto europeo”.
Ad essere negati sono spesso scatti di anzianità, di salari accessori, retribuzione professionale ai docenti, contributo individuale accessorio per il personale ATA. “Ma stiamo parlando anche – conclude Pacifico – del pagamento delle ferie non godute, della ricostruzione di carriera incompleta, come pure del servizio svolto nella scuola paritaria. Infine, anche della formazione che andava retribuita, dei permessi retribuiti e dell’abuso dei contratti a termine”. Tutte questioni che possono essere affrontate, una ad una, con il supporto dei legali e degli esperti Anief.