85mila docenti di sostegno senza specializzazione. Il piano di Valditara per uscire dall’emergenza

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Si può parlare di emergenza quando sappiamo, dati confermati dal Ministro, che 85 mila insegnanti sul posto di sostegno occupano una cattedra senza avere la specializzazione. Ecco allora che Valditara punta sul piano già approvato dal Governo nel decreto 71/2023 e che adesso si trova in Parlamento per il via libera definitivo.

Si parte dunque da quel dato, quegli 85 mila insegnanti che occupano la cattedra di sostegno nonostante non abbiano la specializzazione. Dato ricordato dallo stesso Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, proprio pochi giorni fa nel corso del Question time alla Camera.

“Siamo intervenuti – ha spiegato Valditara nel suo intervento alla radice del problema dell’eccessivo mutamento dei docenti di sostegno, dando loro la concreta opportunità di specializzarsi, attraverso la previsione di percorsi innovativi, gestiti da INDIRE e incentrati sulle reali esigenze formative di un personale già impegnato da anni su questo insegnamento”.

“Grazie a questo intervento – ha aggiunto il Ministro – riusciremo a dare una risposta concreta a circa 85mila docenti che, ad oggi, prestano servizio sul sostegno senza aver avuto la possibilità di specializzarsi”.

Il problema del TFA sostegno: pochi posti e dove servono meno

Il problema nasce dal fatto che, come sappiamo, le università, riescono a specializzare solo 30mila insegnanti di sostegno all’anno, principalmente neolaureati non ancora iscritti nelle graduatorie.

Le università, dunque, non sono in grado di abilitare gli 85mila docenti precari già in servizio, ha evidenziato più volte lo stesso Valditara.

Sappiamo che il TFA sostegno ogni anno mette a nudo alcuni paradossi, come l’apertura di pochi posti in regioni dove mancano i docenti di sostegno, ovvero al Nord e invece, al contrario, un boom di contingenti messi a disposizione al Sud, dove con fatica si entra in ruolo sul sostegno.

Questo meccanismo, ha senz’altro generato negli anni un corto circuito e la proposta di Valditara, di aprire un canale parallelo di specializzazione, servirebbe proprio a sanare la situazione.

Cosa prevede il decreto sostegno

Per sopperire all’attuale fabbisogno di docenti di sostegno – si legge sul testo del decreto 71/2024 pubblicato in Gazzetta Ufficiale – in via straordinaria e transitoria, in aggiunta ai percorsi di specializzazione sul sostegno, che in base alla normativa vigente rimangono affidati ordinariamente alle universita’, la specializzazione per le attivita’ di sostegno didattico agli alunni con disabilita’ si consegue, fino al 31 dicembre 2025, con il superamento dei percorsi di formazione attivati dall’Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa (INDIRE) di cui all’articolo 19, comma 1, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111″.

L’offerta formativa dei percorsi prevede il conseguimento di almeno trenta crediti formativi. Le università possono, in ogni caso, attivare i percorsi di cui al presente comma autonomamente o in convenzione con l’INDIRE.

“Possono partecipare ai percorsi attivati ai sensi del presente articolo e relativi al medesimo grado di istruzione del servizio prestato coloro che hanno svolto, nelle istituzioni scolastiche statali e paritarie, un servizio su posto di sostegno della durata di almeno tre anni scolastici, anche non continuativi, nei cinque anni precedenti”, spiega il decreto.

I DETTAGLI

Gli specializzati all’estero

Parlando di sostegno, bisogna ricordare che il decreto prevede anche un altro punto importante, ovvero un percorso riservato ai docenti che hanno ottenuto specializzazione all’estero e che sono ancora in attesa di riconoscimento.

Riguardo ai docenti con abilitazione all’estero, il Ministro ha infatti ricordato che, grazie al lavoro di CIMEA, sono state evase 5500 istanze su un totale di 14000. Tuttavia, una recente sentenza del Consiglio di Stato obbliga a tenere conto delle normative europee, secondo cui i titoli conseguiti in paesi come Spagna o Romania, se ottenuti presso università legittimate, hanno lo stesso valore di quelli conseguiti in Italia.

Per risolvere rapidamente il problema, come richiesto dal Consiglio di Stato, il Ministro propone di arricchire il percorso di specializzazione sul sostegno dei docenti stranieri attraverso INDIRE, poiché il docente di sostegno è una peculiarità del sistema.

TESTO Decreto in Gazzetta Ufficiale

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