70 mila docenti assunti, si attende il parere dell’Europa sulla riforma del reclutamento. Le ipotesi

Negli ultimi giorni, complice l’urgenza di emanare l’ordinanza sui trasferimenti, il tema del vincolo di mobilità ha un po’ preso la scena. Ma l’attesa sul reclutamento resta sempre molto alta.
Come abbiamo spiegato in precedenza, nei giorni scorsi è stata la Lega a fornire un aggiornamento sul tema, con il deputato Rossano Sasso che ad Orizzonte Scuola ha detto: “La Commissione Europea sta mostrando grande sensibilità al Governo italiano e alll’azione che il Ministro Valditara sta ponendo in essere in tal senso, insieme agli alleati di fratelli d’Italia e forza Italia”.
Evidenziando che è stato approvato un ordine del giorno al Decreto Milleproroghe “con cui appunto si impegna ‘a prevedere, nel prossimo provvedimento utile, un regime transitorio per le procedure di reclutamento dei docenti che consenta di soddisfare il target assunzionale previsto dal PNRR (target di 70 mila docenti) anche in deroga alle procedure di reclutamento disciplinate dal decreto legge n. 36/2022”.
Il piano di reclutamento
Il piano a cui ha pensato il Ministero dell’Istruzione e del Merito è quello di assumere 70.000 insegnanti entro il 2024, numero previsto dalla riforma del Pnrr.
Ma si tratta di una scadenza che allo stato attuale non sembra possa essere rispettata. Per questo motivo, si fa largo l’idea di assumere circa 20.000 nuovi insegnanti già a settembre 2023, con un concorso riservato ai precari con almeno 3 anni di servizio a tempo determinato.
Dopo un anno di supplenza, questi docenti potrebbero avere l’opportunità di trasformare il proprio contratto in un’assunzione a tempo indeterminato, passando però dal superamento di una prova scritta, una lezione davanti a una commissione esterna e un colloquio orale sulle materie di disciplina.
Nel corso dell’anno, pur lavorando, i docenti dovranno anche acquisire da 30 a 60 crediti universitari come previsto già dal Pnrr (insieme alla laurea) per la formazione iniziale. Anche se ancora manca il DPCM che regola proprio il percorso di abilitazione e formazione dei docenti.
Percorso che non entusiasma le organizzazioni sindacali, giudicandolo complesso e non risolutivo: assumendo da GPS prima e seconda fascia si riuscirebbe ad arrivare al target di 70 mila assunti e non soltanto 20 mila come si ipotizza.