30 anni dalle stragi di Capaci e via D’Amelio. L’appello di una maestra: “Ricordare Falcone e Borsellino è un obbligo morale per noi docenti”

Inviato da Maestra Iva – Quest’anno a Palermo il 23 Maggio, ci sarà la commemorazione per il XXX anniversario dalle stragi di Capaci e via d’Amelio. Ricordare le figure di Falcone e Borsellino, è un obbligo morale, per noi docenti. Siamo noi educatori che abbiamo il dovere di trasmettere ai giovani, la memoria del loro sacrificio.
La lotta alla mafia, alla corruzione alla violenza, passa anche dal porre le giovani menti, di fronte a grandi esempi di rettitudine, di abnegazione e di coraggio. Qualcuno definisce questi due grandi giudici, che hanno fatto la storia della lotta alla mafia nel nostro Paese, dei supereroi. Non erano superiori e non erano senza paura. Ma hanno combattuto senza superpoteri vincendo, si vincendo! Perché loro hanno vinto! Hanno dato la vita, per quello in cui loro credevano, ed il loro esempio non morirà mai.
È per questo, che da ieri, 13 Maggio, nel nostro Istituto, l’IISS J. Von Neumann di Roma, abbiamo dato vita alla “10 giorni della legalità”, con una serie di iniziative, come l’incontro-evento tenuto appunto ieri nell’aula 42, dal tema, “A trent’ dalle Stragi, cosa siamo stati CAPACI di fare!?!”
Tutta la scuola, in questi dieci giorni, lavorerà su questi temi, sollecitando gli alunni a produrre lavori ed elaborati, attraverso l’analisi di materiale scelto, letture di libri, visione di Film ed anche piccole rappresentazioni teatrali all’interno della scuola, grazie agli stessi alunni che si sono messi davvero in gioco, con grande senso civico e di responsabilità.
La 10 giorni si concluderà giorno 23 Maggio, proprio a Palermo, all’interno delle manifestazioni per il trentennale, dove avremo una nostra rappresentanza; dove saranno le gambe dei nostri giovani alunni, così come era nel sogno di Falcone, a portare in alto le loro idee e i loro ideali.
Concludo con due esortazioni, la prima rivolta ai docenti, i tanti bistrattati docenti: colleghi, noi che facciamo il più bel lavoro del mondo, mai pagato abbastanza, noi che oggi piantiamo semi, saremo ricompensati, di certo non economicamente, ma dall’avere una foresta di alberi dritti che non si piegherà no al primo alito di vento. Perché se saranno forti i semi, gli ideali che sapremo piantare nel terreno fertile delle menti dei nostri giovani alunni, rigogliose saranno le piante.
Una seconda considerazione la rivolgo non solo ai nostri alunni del Von Neumann, ma anche a tutti i giovani: ragazzi continuate a essere le gambe di Falcone e Borsellino, ma siatene anche e soprattutto cuore e mente!