2020, è stata emergenza sostegno: poche immissioni in ruolo e tante supplenze, concorsi rinviati, TFA sostegno, PEI unico

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Sta per concludersi un anno che definire “funesto “è dir poco e il mondo scuola così come tutti gli altri settori lavorativi hanno dovuto subire gli influssi non benefici imposti dal Covid 19.
Nonostante ciò la scuola è andata avanti e sebbene si siano alternati dei periodi di didattica in presenza a quelli in DDI, il ministero dell’istruzione, la scorsa estate, ha avviato il processo di reclutamento del personale docente attraverso le immissioni in ruolo per l’anno scolastico 2020/2021 mettendo a disposizione 84.808 posti tra cui 20 mila per il sostegno, e tramite le convocazioni dei precari dalle nuove GPS.

Una questione che potrebbe essere definita “atavica” è quella riferita al sostegno che continua a presentare delle falle e le cui soluzioni per ovviarle vengono eluse pur essendo molto evidenti.

I nodi irrisolti del sostegno: pochissime immissioni in ruolo

La legge di bilancio del 2020 ha decretato l’incremento del finanziamento a favore dell’organico di diritto del sostegno su tutto il territorio prevedendo circa 1.000 mila posti di sostegno in più in organico di diritto con la conseguente riduzione dei posti in organico di fatto.

Ad inizio anno scolastico 2020/2021, i 20 mila docenti immessi in ruolo non sono bastati a coprire le 80 mila cattedre di sostegno prive di titolari.

In particolare per il sostegno i docenti neoimmessi in ruolo sono 1. 657 a fronte di 21.453 posti vacanti. TABELLA

Aumenta supplentite

Ovviamente ciò ha alimentato il problema della supplentite con assegnazioni provvisorie ai docenti di ruolo senza il titolo di specializzazione, impedendo così ai docenti precari specializzati di poter seguire l’alunno che gli era stato affidato l’anno precedente nell’istituzione scolastica in cui aveva prestato servizio, e la convocazione di docenti senza il titolo di specializzazione.

Una tale situazione lede il diritto alla continuità degli alunni con disabilità, così come prevede l’art. 14 del Decreto Inclusione: “La continuità educativa e didattica per le bambine e i bambini, le alunne e gli alunni, le studentesse e gli studenti con accertata condizione di disabilità ai fini dell’inclusione scolastica è garantita dal personale della scuola, dal Piano per l’inclusione e dal PEI”.

Nuovo piano di assunzioni per insegnanti di sostegno

L’attuale Legge di Bilancio 2021 prevede un piano pluriennale di immissioni in ruolo di 25 mila docenti di sostegno così distribuiti:

  • 5.000 posti sostegno nell’ anno scolastico 2021/2022
  • 11.000 nell’anno scolastico 2022/2023
  • 9.000 nell’anno scolastico 2023/2024

Nessuna menzione viene fatta per la trasformazione degli organici di fatto in quelli di diritto, infatti la rimodulazione degli organici di diritto sul sostegno è bloccata al 2006, inoltre i 1000 posti messi a disposizione dalla scorsa legge di bilancio, si sono rilevati irrisori al reale fabbisogno.

Basti pensare che la maggior parte delle cattedre in deroga sono concentrate nel Sud Italia, un esempio, soltanto la Sicilia, vanta oltre 10 mila cattedre in deroga.

Il quesito che ci si pone è come mai molti emendamenti, presentati nella Legge di Bilancio, a favore delle trasformazioni delle cattedre in deroga in diritto, siano stati bocciati dal momento che la rimodulazione dell’organico di diritto rappresenta una reale soluzione all’emergenza sostegno.

Le 5 mila assunzioni in più sul sostegno rischiano di essere ancora una volta insufficienti a coprire le innumerevoli cattedre prive di titolari e avranno soltanto un carattere indicativo in quanto indubbiamente non riusciranno ad assolvere ai bisogni di tutti gli alunni con disabilità presenti nelle scuole.

Nuovo concorso per l’assunzione in ruolo sul sostegno

Nella Legge di Bilancio è inserita anche l’autorizzazione al Ministero dell’istruzione a bandire procedure selettive su base regionale, finalizzate all’accesso in ruolo su posto di sostegno dei soggetti in possesso del relativo titolo di specializzazione conseguito ai sensi della normativa vigente. La validità dei titoli conseguiti all’estero è subordinata alla piena validità del titolo nei paesi ove è stato conseguito e al riconoscimento in Italia ai sensi della normativa vigente”.

È risaputo che le procedure selettive hanno i loro tempi per cui come ha affermato anche il presidente del MiSoS Ernesto Ciracì, una proposta valida per intervenire tempestivamente sull’emergenza sostegno, sarebbe quella di immettere subito in ruolo gli specializzati del quarto e quinto ciclo, i quali hanno già una formazione concreta.

TFA sostegno

In questi anni si sono susseguiti i corsi di TFA per poter conseguire il titolo di specializzazione sul sostegno, gli stessi vengono però organizzati non tenendo conto del reale fabbisogno dei docenti di sostegno ma secondo le disponibilità delle Istituzioni Universitarie. Tale forma di reclutamento, crea una notevole discrepanza tra il reale fabbisogno regionale e i posti messi a bando dalle Università per cui il problema della formazione dei docenti di sostegno non si argina ma finisce con l’essere alimentato.

La tutela degli alunni con disabilità durante la DDI

Il Ministero dell’istruzione al di là dei nodi irrisolti sopra descritti, non è mancato nell’impegno a far sì che il processo di integrazione degli alunni disabili non venga leso.

L’adozione di un PEI unico nazionale (rinviato a causa delle altre problematiche nate in seguito alla diffusione del Covi 19) ha evidenziato come nel nuovo processo di inclusione, le metodologie di studio, i sussidi e gli strumenti non saranno adeguati a tipologie standard di alunni con disabilità ma individualizzate, prendendo in considerazione le caratteristiche di ogni singolo alunno e delle sue esigenze.

Accantonata l’immagine del docente di sostegno come unico protagonista nel processo di integrazione dell’alunno disabile e nella stesura del PEI, il coinvolgimento della famiglia e degli stessi studenti e studentesse diventa una priorità.

La didattica a distanza per gli alunni con disabilità

Il lockdown dello scorso marzo ha fatto scendere in campo la DAD che ha dato ai docenti la possibilità di continuare il processo di formazione dei propri alunni.

L’inizio del nuovo anno scolastico ha messo nuovamente a dura prova docenti e studenti, la chiusura delle scuole è stata subordinata alla diffusione epidemiologica, per cui in molte istituzioni scolastiche, si è proseguito con la didattica digitale integrata.

Agli alunni con disabilità con il consenso dei dirigenti scolastici, unitamente ai docenti delle classi interessate e ai docenti di sostegno, in raccordo con le famiglie, è stata data la possibilità di frequentare in presenza, nel rispetto del proprio PEI.

Numerose discussioni sono nate in riferimento a questa disposizione per un implicito richiamo alle classi differenziali degli anni ’60 , a chiarire ogni dubbio, è intervenuto il DPCM del 4 novembre scorso che ha ribadito l’importanza di coinvolgere anche il gruppo classe “che potrà variare nella composizione o rimanere immutato, in modo che sia costantemente assicurata quella relazione interpersonale fondamentale per lo sviluppo di un’inclusione effettiva e proficua, nell’interesse degli studenti e delle studentesse. Le medesime comunità educanti valuteranno, inoltre, se attivare misure per garantire la frequenza in presenza agli alunni con altri bisogni educativi speciali, qualora tali misure siano effettivamente determinanti per il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento da parte degli alunni coinvolti; parimenti, si potranno prevedere misure analoghe anche con riferimento a situazioni di “digital divide” non altrimenti risolvibili”.

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