18 anni nelle GAE e il ruolo è ancora solo un sogno. Lettera

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inviata dalla Prof.ssa Cinzia Gagliardi – Era l’anno 2001 faceva caldo, proprio come ora. Io ero in dolce attesa della mia unica figlia e avvertivo  nausea e stanchezza.

Tuttavia, con il mio pancino appena evidente, determinata e fiduciosa mi sedevo davanti ad una  commissione esaminatrice per sostenere gli orali di un concorso ORDINARIO.

Avevo già superato la dura selezione degli scritti. Qualche mese dopo nascevano le GAE ed io ne facevo parte.

Siamo nel 2020, mia figlia ha appena conseguito la maturità ed io avverto ancora nausea e stanchezza.

Stavolta però non sono in dolce attesa. Sono semplicemente disgustata perché, dopo tanti studi e sacrifici, sono ancora in quelle famose GAE: abilitata nella mia disciplina tramite concorso  ordinario ed  anche specializzata nelle attività di sostegno dopo ben 21 esami, scritti o orali, presso la Ca’    Foscari di  Venezia.

Cerco di capire il motivo per cui si continuano a bandire concorsi in quelle regioni in cui i docenti già formati , selezionati e pronti per il ruolo ci sono già, ma non ci riesco.

Me lo spieghi Lei, cara Ministra.

E già che ci siamo, mi spieghi pure il criterio in base al quale i colleghi delle GM 2016 e 2018 debbano essere immessi in ruolo contestualmente (se non addirittura con priorità) a noi che il  concorso lo abbiamo fatto 18 – 16 anni prima.

Forse il nostro era un concorso di serie B?

Potevate dircelo, avremmo usato le nostre energie per altri obiettivi.

Passi una buona estate, Ministra, Lei che può!

Io, tanto per cambiare, penserò con tristezza ai miei alunni che non avrò più il piacere di seguire e  ai cari colleghi che lascerò. Continuerò a sperare in un prossimo incarico in una nuova scuola e non immaginerò più il giorno della mia immissione in ruolo perché quel ruolo ormai è solo un sogno!

Cordiali saluti

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