17mila insegnanti di ruolo scappano dalla Lombardia: “Magari scappassero tutti”. Milano? “L’unica cosa bella è il Milan”. “Brutta, ma cara come New York”. Duri i commenti sui social

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Circa 17mila insegnanti desiderano lasciare la regione, con un forte orientamento verso Sicilia, Campania, Calabria e Puglia. Sembrerebbe quasi superfluo chiedersi il motivo di tale esodo, anche perché sono largamente conosciuti e parzialmente immutati nel tempo, se non fosse per un carovita che ha falcidiato gli stipendi della classe, rendendo la vita a volte complessa e, a dire di qualche utente, anche poco dignitosa. Ma ciò non basta e i fautori di un trasferimento permanente dei docenti, magari allettandoli con stipendi differenziati o inasprendo le regole sulla mobilità, potrebbero rimanere delusi nello scoprire che ci sono istinti incontrollabili come il voler ritornare in famiglia (e addirittura mettendo davanti alla continuità didattica degli studenti, la continuità affettiva della propria famiglia) o il ricercare condizioni climatiche migliori.

Così, abbiamo dato un’occhiata ai commenti su Facebook alla notizia data. Tina, ad esempio, un’insegnante a Milano, esprime il suo desiderio di lasciare la città. “Spero che l’assegnazione provvisoria mi riporti nel mio idilliaco mondo di polenta e nebbia tra campi e trattori“, scrive.

Annalisa, un’altra insegnante della Lombardia, esprime frustrazione per il processo di trasferimento. “Sono delusa dall’esito della mobilità. Sarebbe stato bello stare più vicino a mio marito e alle mie due figlie.

Il problema degli stipendi bassi nel settore dell’istruzione emerge come pulsione chiave in molti commenti. “A Milano non è un caso che mancano i docenti…si scelgono mestieri con uno stipendio sicuramente più alto“, afferma Raffaella.

Mark concorda con Raffaella: “Milano ha prezzi come quelli di New York, ma non offre le stesse opportunità. Se ci vivessi, farei di tutto per scappare.”

Nunzia rincara: “A Milano, lo stipendio di un’insegnante non basta per mantenersi e per avere una vita dignitosa!” dice.

La qualità della vita a Milano è un altro motivo di preoccupazione e Francesco ironizza: “L’unica cosa bella di Milano è il Milan… è la città più inquinata, puzzolente, grigia, triste, costosa e brutta d’Italia“.

Tuttavia, c’è chi guarda il lato positivo della situazione. “Almeno gli insegnanti precari, che devono dividere gli affitti, potrebbero beneficiare di una riduzione della pressione abitativa“, dice Elisa, cercando di salvare il sistema scolastico Lombardo.

Insomma, cosa dire: bisogna cercare il lato positivo in ogni cosa.

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