14 alunni e 7 insegnanti, la piccola scuola primaria in Trentino che non usa nemmeno fare l’appello

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Una sola classe di 14 alunni con 7 insegnanti che si occupano di alunni fra i 6 e i 10 anni, quindi dalla prima classe all’ultima della primaria.

Si tratta della scuola primaria di Casatta, una delle undici frazioni di Valfloriana.

Fondata nel 1830, si legge su Il Corriere del Trentino, la micro-scuola trentina che appartiene all’istituto comprensivo di Cavalese non è certo al suo minimo storico. “Abbiamo visto periodi ben peggiori: tre anni fa gli studenti erano sette in tutto”, ammette Michele Tonini, sindaco di Valfloriana e a sua volta ex allievo della scuola in cui l’appello viene fatto “a vista“. E, dopo di lui, anche la figlia ormai ventenne.

“Originariamente le elementari erano quattro: oltre a quella di Casatta c’erano Montalbiano, Dorà e Ischiazza, la frazione sulle rive dell’Avisio abbandonata in seguito all’alluvione del 1966. Da anni lottiamo per tenere aperta l’ultima scuola superstite – spiega il primo cittadino -. Per poterla salvare, fin dall’insediamento della mia giunta, nel 2014, abbiamo lavorato con la Provincia di Trento per proporre un progetto alternativo che potesse risultare attrattivo anche per i Comuni vicini, incluso un piano di pluralità linguistica. Volevamo continuare a offrire alle nostre famiglie il servizio dell’istruzione. Negli anni le cose sono migliorate, è arrivata qualche nuova coppia con bambini e quei numeri impietosi sono un po’ cambiati”.

Questo però sta permettendo di sviluppare progetti didattici alternativi: “A Casatta la scuola è più esperienziale: si apprendono nozioni attraverso la manualità, le visite sul territorio. Abbiamo la fortuna di vivere in un contesto in cui i bambini possono ancora immergersi nella natura, capire la fotosintesi clorofilliana, il passare delle stagioni, il ciclo dell’acqua, della neve e del ghiaccio osservando ciò che hanno attorno; cose che chi vive in città ha più difficoltà a capire. Questo accadeva già quando andavo a scuola io, oltre 50 anni fa: con una suora insegnante si coltivava l’orto. E anche adesso i bambini, assieme a insegnanti e genitori, vivono una dimensione dell’apprendimento impagabile”.

E ancora: “La pluriclasse fornisce ai più piccoli lo stimolo e l’esempio dei più grandi, in un rapporto con le insegnanti quasi uno-a-uno; in questa scuola verticale e inclusiva nessuno viene lasciato indietro, “macinato” dalle tempistiche tiranne dei programmi ministeriali, e la qualità dell’insegnamento è altissima, nettamente sopra la media, grazie all’ispirazione montessoriana della formazione del corpo docente».

Questo non vuol dire che non ci siano difficoltà: “Forse, essendo così in pochi, diventa quasi troppo normale per gli scolari il rapporto con l’adulto: le occasioni per essere bambini e fare quelle stupidate tipiche del gruppo durante l’infanzia, vengono inevitabilmente meno. Fare squadra con amici della propria età è un obiettivo da ricercare in altri contesti“, ammette il sindaco.

Ci sono però tanti progetti alternativi, come “i laboratori tenuti da pensionati con competenze particolari: dalla scultura del legno alla gestione delle arnie. Questo crea una forte interazione tra scuola e collettività, offrendo quello che oggi le famiglie di città possono trovare solo nelle scuole esclusive, steineriane e montessoriane“, conclude il sindaco di Valfloriana

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