13enne violentata a Catania, il procuratore: “I social hanno fatto da cassa di risonanza ai modelli negativi”
“Alla base di tutto c’è l’amara constatazione che i giovani sono sempre più violenti e che si comportano con le donne come se fossero degli oggetti. Non hanno nessuna empatia per le vittime, non capiscono le sofferenze che possono provocare e comunque non se ne curano affatto”.
Lo afferma in una intervista al ‘Giornale di Sicilia’ il procuratore capo presso il Tribunale dei minorenni di Palermo, Claudia Caramanna, che fa un’analogia fra lo stupro di gruppo di Catania ai danni di una 13 enne e la violenza subita lo scorso 7 luglio da una diciannovenne palermitana.
“Dalle notizie che ho potuto leggere, le due vicende sembrano molto simili. I social hanno fatto da cassa di risonanza ai modelli negativi: quasi tutti, infatti, fanno i video e poi li postano per mostrare agli amici cosa hanno combinato – sottolinea – Ma, grazie al decreto Caivano, qualcosa sta cambiando, non c’è più quella sensazione di impunità per il fatto di essere minorenni: ora possiamo intervenire arrestando chi si macchia di crimini gravi”.