105 euro lordi di aumento più arretrati, sindacati: è un punto di partenza, abbiamo incassato promessa di nuovi fondi nel 2023, adesso parte valorizzazione DSGA e ordinamenti ATA. [VIDEO INTERVISTE]

Firmato il rinnovo del contratto scuola 2019-21, almeno nella sua parte economica (tutto rinviato al 2023 sul fronte normativo). A Natale il personale docente e Ata, oltre alla tredicesima e allo stipendio, riceverà anche un aumento e gli arretrati.
A Orizzonte Scuola, a margine della riunione all’Aran in cui si è apposta la firma ufficiale all’accordo, intervengono i sei segretari generali delle organizzazioni sindacali firmatarie (Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Gilda, Snals e Anief
Francesco Sinopoli (Flc Cgil)
Incassato il rinnovo della parte economica del contratto, con il governo si apre la partita dell’autonomia differenziata. Per De Luca c’è il rischio che le regioni più ricche possano attirare i docenti con stipendi maggiorati. Cosa ne pensate?
Ancora non è chiusa definitivamente questa vicenda negoziale del contratto, anche se è significativa questa fase delle risorse. Sulla regionalizzazione non si è mai chiuso il discorso. Abbiamo fatto uno sciopero con il Governo Conte 1 e adesso ci stiamo organizzando per raccogliere le firme per una legge di iniziativa popolare che risolve il problema alla radice, modificando il titolo V e riportando le competenze solo allo Stato. Siamo pronti contro ogni tentativo anche di questo Governo. Sarebbe disastroso, aumenterebbero le disuguaglianze, le condizioni di lavoro si differenzierebbero in base alla ricchezza delle Regioni. Noi non ci stiamo.
Ivana Barbacci (Cisl Scuola)
Più di 100 euro lorde di aumento, circa 50 euro nette in busta paga e con la promessa che nel 2023 si possa arrivare oltre. Si può considerare un accordo soddisfacente alla luce dell’attuale quadro socio-economico?
Abbiamo stipulato un accordo importante perchè sblocca delle risorse che erano ferme. Una prima anticipazione, un atto pattizio. Ci sarà un’emissione speciale entro dicembre. Si tratta di 104 medie lorde corrisposti insieme agli arretrati. Sono sufficienti? No, si dovrà aggiungere l’altro pezzo del contratto, la seconda sequenza, che dovrà portare a sistema i 300 milioni di euro non ancora esigibili, per avere 120 euro medi, alla pari con il pubblico impiego. Servono altre risorse, la scuola ha bisogno di molto di più. Un primo passo ma il cammino continua.
Giuseppe D’Aprile (Uil Scuola)
Nel 2023 continuerà la trattativa con il governo sul lato normativo. Quali sono i punti fermi su cui sarete inflessibili?
Ci accingiamo a sottoscrivere un contratto, per quanto riguarda la parte economica, dopo una trattativa serena. Certo, è un punto di partenza, ci aspetta un grande lavoro che ci porterà a chiedere più soldi alla finanziaria per contrattualizzare nel 2023 oltre alla discussione della parte normativa. La parte normativa molto interessante che contiene istituti giuridici che non sono stati mai presenti. Ad esempio la valorizzazione dei Dsga, agli ordinamenti del personale Ata e del personale Afam e Ricerca, alle relazioni sindacali e il contratto sulla mobilità o al lavoro a distanza. Tutti istituti che vogliamo mettere nel CCNL che monitoreremo con attenzione.
Marcello Pacifico (Anief)
L’accordo sulla parte economica è stato da voi auspicato già da maggio. Si può considerare un ottimo punto di partenza per la firma definitiva del contratto. Su cosa, adesso, bisogna puntare?
Certamente bisogna che il Governo vada subito in legge di bilancio per le risorse aggiuntive, servono per andare a rivedere i profili professionali del personale Ata, per i livelli del personale amministrativo. Servono risorse per i Dsga. In ogni caso il Governo si è impegnato per il personale docente. Altrimenti dovranno essere ridistribuiti i 300 milioni del MOF. Si tratta di un punto di partenza e dobbiamo allineare gli stipendi all’inflazione. Per la prima volta dobbiamo dare un segnale in legge di bilancio. La scuola deve essere onorata con risorse e valorizzare quei ruoli sviliti e mortificati dal costo della vita.
Antonietta Toraldo, vice coordinatrice Gilda
La trattativa sul fronte normativo punterà anche sull’aspetto della formazione obbligatoria. Cosa va definito in modo preciso e puntuale nel testo definitivo?
Quella della formazione obbligatoria è stata sempre una nostra battaglia. Deve essere retribuita. Già nell’atto di indirizzo esiste. In passato è stata proposta una formazione senza retribuzione. In tutte le categorie di personale quando si svolge una formazione obbligatoria si viene retribuiti. Ci sono altre materie come la mobilità, perchè a livello nazionale bisogna eliminare tutti i vincoli per il personale docente.
Elvira Serafini (Snals Confsal)
Il rinnovo del contratto scuola, sul fronte economico, riguarda anche il personale Ata. Si può considerare un buon punto di partenza per le successive contrattazioni? C’è in ballo anche la riforma degli ordinamenti.
Abbiamo firmato un accordo economico che da dicembre è previsto un acconto in busta paga. Tutta la progressione di carriera per i docenti e Ata. Ci sarà una sequenza contrattuale dove andremo a snocciolare tutte le problematiche inerenti alla normativa. Oggi siamo contenti per aver sbloccato la situazione ma non siamo pienamente soddisfatti. Ma cominciamo da qui. Il Ministro ha sottoscritto un accordo dove ha assicurato di trovare altre risorse per tutto il personale della scuola.
Intesa solo sul fronte economico, successivamente nuova trattativa sul fronte normativo
C’è intesa su una prima sequenza contrattuale di natura economica, da definire nella giornata di venerdì, con l’utilizzo del 95% delle risorse disponibili (2,21 miliardi), finalizzato a liquidare entro dicembre gli arretrati maturati nel corso del triennio di vigenza contrattuale e a corrispondere una prima tranche di aumento alle retribuzioni del personale pari a 100 euro medi. A questi si aggiungono 89 milioni per la retribuzione professionale dei docenti e 100 milioni una tantum aggiunti dal governo. Si rinvia a gennaio 2023 e alle ulteriori risorse eventualmente ricavate nella Legge di Bilancio un successivo passaggio a completamento della parte economica del contratto, da chiudere con almeno 124 euro di aumento medio.
Gli aumenti lordi saranno sopra i 100 euro, mentre gli arretrati saranno, in media, più di 3mila euro.
Con successiva sequenza contrattuale si affronteranno i temi dei profili e ordinamenti professionali personale amministrativo, mobilità, formazione, valorizzazione Dsga, contrattazione integrativa, relazioni sindacali, lavoro a distanza. Si libera, dunque, il campo dall’assillo di una parte economica la cui urgenza si impone vista l’attuale crisi socio-economica che imperversa sul Paese.