100 anni dalla nascita di Alberto Manzi, l’allievo Paolo Mazzoli: “L’incontro con lui ha cambiato la mia vita. Dopo averlo visto all’opera in classe, ho capito che volevo fare il maestro”

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Il 28 ottobre, Rai Radio 1 ha celebrato i cento anni dalla nascita di Alberto Manzi, il “maestro” per eccellenza, con una puntata speciale di “Tutti in classe”.

Partendo dalla domanda “Quale missione gli affideremmo oggi?”, la trasmissione ha analizzato l’eredità del suo metodo didattico, esplorando le possibili applicazioni nell’era digitale. Ospite d’onore Paolo Mazzoli, già docente e dirigente scolastico, che ha avuto il privilegio di conoscere Manzi e di lavorare al suo fianco. “L’incontro con lui ha cambiato la mia vita”, ha raccontato Mazzoli. “Dopo averlo visto all’opera in classe, ho capito che volevo fare il maestro”.

Mazzoli ha poi illustrato i punti di forza del metodo Manzi, evidenziando la sua straordinaria capacità di coinvolgere gli studenti, stimolando la loro curiosità fin dai primi istanti della lezione. “Come nelle migliori serie tv, Manzi sapeva catturare l’attenzione con una domanda, un problema, un oggetto misterioso”, ha spiegato Mazzoli.

“Il suo obiettivo era accendere la voglia di imparare, di scoprire insieme”. L’approccio, sperimentato con successo nelle scuole elementari, si rivelò efficace anche con gli adulti, nella celebre trasmissione televisiva “Non è mai troppo tardi”.

“Manzi non si limitava a trasmettere informazioni, ma accendeva una scintilla negli studenti, coltivando il loro desiderio di conoscenza”, ha concluso Mazzoli. Un’eredità preziosa per la scuola di oggi, chiamata a ripensare il ruolo dell’insegnante in un mondo in cui l’informazione è accessibile a tutti.

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