Valutazione DS, Uil: rifiutiamo modello burocratico, no a poteri direttori UU.SS.RR. e questionari percezione

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Uil – Un modello inaccettabile, da modificare, quello che si sta delineando per i dirigenti scolastici con l’attuazione pratica delle disposizioni contenute nella direttiva del governo.

Le regioni stanno procedendo in modo difforme le une dalle altre attraverso atti unilaterali – spiegano Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola e Rosa Cirillo, responsabile del Dipartimento dei dirigenti scolastici della Uil Scuola.

Per fare un esempio, la regione Lazio – osservano Turi e Cirillo – ha predisposto un sistema di valutazione tutta basato su parametri quantitativi e di prestazioni più adatto ad un dirigente amministrativo che ad un dirigente scolastico che dovrebbe invece essere valutato per un insieme di azioni.

La scuola – riflette Turi – ha una sua specificità, insegnare non è un processo meccanico. Quel che va assicurato in una scuola, insieme alla funzionalità della macchina gestionale e amministrativa, è un clima di fiducia, di serenità, di coordinamento, di garanzia della pluralità degli insegnamenti.

Quel che registriamo, invece – aggiunge – è la messa in atto di un modello burocratico di valutazione eterodiretto dal livello amministrativo, del tutto inadeguato se messo in relazione con la complessità delle scuole.

Sarebbe questo il primo caso in cui un’attività professionale socialmente ed umanamente esposta, verrebbe valutata secondo i traguardi di risultato raggiunti, in assenza a di una autorità indipendente che ne analizzi gli esiti di sistema.

Ci aspettiamo un atto di indirizzo e non una direttiva unilaterale – aggiunge Turi.  La contrattazione è strumento flessibile, per questo la sede del rinnovo contrattuale  può rappresentare il momento per un’attenta riflessione anche sulla valutazione (complessiva) del sistema scolastico, affrontato dalla legge 107, che invece è strumento legislativo rigido, in modo approssimativo e parziale.
Proprio in quella sede sarà possibile affrontare il problema della valorizzazione del personale tutto, in una ottica di vera autonomia scolastica.

VALUTAZIONE DIRIGENTI

Le note dolenti

–        Mancanza di trasparenza sia nella scelta dei nuclei di valutazione, sia dei requisiti di coloro che ne entrano a far parte.

–        Del tutto inopportuno lasciare ad un organo monocratico, come il direttore scolastico regionale, l’assoluta ed indiscussa individuazione e nomina dei componenti di questi nuclei.

–        Le linee guida invadono campi di esclusiva competenza della contrattazione, addirittura del contratto, con effetti riduttivi su alcune materie già di competenza sia della contrattazione nazionale, sia di quella regionale

–        In nessuna amministrazione pubblica è prevista,  per i dirigenti, una valutazione sulla base di questionari di percezione. Questo nella scuola sarebbe veramente deleterio visto che non si  tratta di un servizio a domanda individualizzata.

–         La prospettiva del raggiungimento degli obiettivi di risultato, che per la dirigenza pubblica è “mono dimensionale” e “mono interfacciale”, per i dirigenti scolastici è resa più complessa dalla rete di relazioni e di coinvolgimenti che fanno sì che quegli obiettivi di risultato possano essere raggiunti o no, presupponendo una valutazione rapportabile ai dati di sistema.

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