TFA: Miur aggiorna requisiti di accesso. Ma ha ancora senso?

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Ha suscitato notevoli perplessità – ma non una parola è stata spesa dai sindacati – l’invio da parte del Miur agli Uffici Scolastici della nota PROT. 5499 del 19-05-2017 e delle tabelle ad essa allegate.

Abbiamo parlato più volte degli errori ancora riscontrati nelle tabelle, che dovranno necessariamente essere ancora oggetto di attenzione da parte del Miur. Siamo curiosi di conoscere i contenuti del D.M. n. 259 del 9 maggio 2017 di revisione e aggiornamento delle classi di concorso annunciato nella nota stessa.

Nella nota si precisa

come “coloro i quali, all’entrata in vigore del DPR n. 19/2016, siano in possesso di titoli di studio validi per l’accesso alle classi di concorso ai sensi del DM 39/98 e ss.mm.ii. e del DM 22/2005 e ss.mm.ii. possono partecipare alle prove di accesso ai percorsi di tirocinio formativo attivo di cui al decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca 10 settembre 2010, n. 249 e presentare domanda di inserimento nelle graduatorie di Istituto per le corrispondenti nuove classi di concorso, come definite nelle tabelle A e B allegate al DPR n. 19/2016 e riviste dal D.M. n. 259/2017.”

In questo modo si è voluto porre rimedio ad un gap del DPR 19/2016 che, pubblicato nel momento in cui la III fascia delle graduatorie di istituto era già stata seppellita dalla legge 2017/2015, non aveva tenuto conto dei tempi di realizzazione delle nuove riforme, per cui si è reso necessario – attraverso il Decreto Milleproroghe – riaprirla. E di qui l’aggiornamento della normativa.

Aggiornamente che, stando a quanto dice il Miur in questa nota, riguarderebbe ancora il TFA. Diciamo piuttosto che riguarda i nuovi concorsi (si pensa, ma tanti sono i dubbi, di realizzarli tutti e tre nel 2018)

e che il TFA (ancora invocato dall’On. Centemero) sembra essere stato mandato in soffitta. In realtà i tempi per attivarlo e far partecipare i nuovi docenti abilitati alla fase transitoria ci sarebbero stati tutti, ma la concretezza non sembra essere di casa al Miur e i docenti non abilitati guardano ora alle nuove modalità per diventare insegnanti disegnati dai decreti attuativi della legge 107.

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