Test OCSE-PISA, l’accusa di 80 professori appartenenti a vari Paesi del Mondo

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Non solo i test Invalsi (in Italia), ma adesso ad essere messi in discussione sono anche i test OCSE-PISA e a farlo sono stati circa 80 professori di tutto il mondo, tra i quali docenti universitari, insegnanti di scuole e dirigenti scolastici.

I professori (appartenenti ai più svariati Paesi, dagli USA alla Nuova Zelanda) hanno espresso le loro critiche ai summenzionati test, come apprendiamo da Repubblica.it, attraverso una  lettera pubblicata sul “Guardian”.

Le critica rivolte ai test OCSE PISA sono state sintetizzate in alcuni punti principali, che evidenziano le criticità insite nei test:

  1. quantificazione dei risultati (che è imperfetta);
  2. valutazione di breve periodo (l’istruzione, al contrario, necessita di tempi medio-lunghi);
  3. valutazione esclusiva di aspetti misurabili [tralasciandone altri non misurabili ma altrettanto importanti (sviluppo fisico, morale, civico e artistico)];
  4. limitazione autonomia docenti;
  5. impoverimento (culturale) alunni;
  6. mancata attenzione alla situazione economica dei paesi coinvolti nei test;
  7. competenza su politiche educative nel mondo non spetta all’OCSE.

I suddetti professori, oltre ad avanzare delle critiche, hanno proposto anche una soluzione, volta a limitare il “potere” dell’OCSE al riguardo, consistente:

  • nell’affiancare a coloro i quali strutturano i test Pisa genitori, educatori, amministratori di scuole, leader di comunità, studenti provenienti da discipline come antropologia, sociologia, storia, filosofia, linguistica, arti;
  • nell’inserire nella valutazione delle classi e delle scuole i concetti di benessere, salute, sviluppo umano e felicità degli studenti e degli stessi insegnanti;
  • nel rendere pubblico il costo dei Test, in modo che i Paesi possano decidere se continuare ad investire in tali test o dirottarle le risorse altrove.

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