Supplenze su sostegno affidate a giovani diplomati ITP senza competenze. Lettera di indignazione

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“Gli insegnanti lavorano su pezzi unici. Sono come gli artigiani che con le mani forgiano e plasmano oggetti curati uno ad uno, fuori dalla logica della produzione industriale…”

L’insegnante è in primis un artigiano; ciò comporta talento, competenza, inventiva.

Questo è ancora più evidente se si parla di ragazzi diversamente abili.
Ogni studente è, per noi insegnanti, un “prodotto” di prima qualità e come tale deve essere trattato.

È proprio alla luce di queste considerazioni che, come insegnanti di sostegno, ci sentiamo profondamente indignati dalla possibilità data dall’USP di Torino ad alcuni ITP (insegnanti tecnico pratici) presenti in seconda fascia di istituto, a seguito di un discutibile ricorso, di scegliere incarichi come insegnanti di sostegno.

Si tratta di giovani (molti di loro neo-diplomati) non solo privi del titolo di specializzazione sul sostegno, ma anche di una semplice formazione universitaria, che non hanno mai sentito parlare di didattica e pedagogia speciale, di percorsi di apprendimento personalizzati, di programmazioni individualizzate. Fa “paura”pensare che persone ,non per loro colpa, prive di competenze adeguate e senza la corretta preparazione possano rivestire un ruolo così delicato e impegnativo.

Senza contare che, nelle “scuole di frontiera” come la nostra l’età degli allievi supera spesso quella dei docenti di sostegno neo-nominati. A ciò si aggiunge che questi “colleghi” col semplice diploma hanno scavalcato centinaia di persone presenti nelle graduatorie di terza fascia che possono almeno vantare una preparazione universitaria.

In questo modo si sottovaluta il bisogno educativo speciale dell’allievo disabile.

Ne va del rispetto per la professione insegnante, ne va della qualità dell’integrazione scolastica, ne va della reputazione della scuola come agenzia formativa per eccellenza.

Il nostro ruolo ci impone di fare tutto il possibile affinché l’allievo disabile possa sviluppare al meglio tutte le sue potenzialità in una comunità scolastica capace di accogliere e valorizzare le differenze.

La nostra è una battaglia per fare in modo che i nostri ragazzi vengano davvero considerati un “prodotto di qualità” e non degli “scarti”.

Gli “Artigiani” dello Zerboni

Mariapia Parziale
Angela Durante
Melina Gaudio
Ruggero Molinaro
Davide Rinaldo
Adelaide Orlando
Despina Papachristou
Agostino Zimaglia
Giorgio Incalcaterra
Giuseppe Ingrao

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