Supplenze ATA: il collaboratore scolastico con tanti punti ma poca conoscenza del pc supera il giovane neolaureato. Lettera

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E’ di pochi giorni fa la notizia di una brillante ricercatrice, che in Italia non era riuscita a diventare bidella, e che ora lavora in un prestigioso team di scienziati ad Harvard.

L’evento è sembrato a molti un paradosso estremo, ma in realtà per chi lavora nella scuola come me è parso abbastanza normale.  Basta vedere come vengono attribuiti i punteggi nelle graduatorie per l’accesso alle supplenze di Assistente Amministrativo nelle scuole. Questa categoria di impiegati delle oltre 8 mila scuole italiane pur avendo subito pesanti tagli negli ultimi anni (quasi il 20%) sono ancora alcune decine di migliaia e svolgono importanti mansioni di supporto alla attività didattica e amministrativa inserendo contratti, gestendo bilanci, acquisti, pratiche di pensione, supporto ai progetti e all’utenza per le iscrizioni, pratiche assicurative eccetera. Il tutto in un contesto in perenne evoluzione con il supporto di software gestionali che presuppongono una buona conoscenza delle nuove tecnologie e delle buone basi dei principali pacchetti gestionali.

Con tutti i giovani neo diplomati e neo laureati attualmente disoccupati la prossima pubblicazione del bando triennale per la costituzione delle graduatorie potrebbe essere l’occasione per loro di svolgere delle supplenze nelle scuole e cominciare a fare delle esperienze lavorative dando una mano nelle segreterie scolastiche. Invece, almeno nella provincia di Milano da cui scrivo, ciò non avverrà.

Il problema è che i primi posti di queste graduatorie da anni sono ormai occupati da collaboratori scolatici di ruolo (quelli che una volta venivano chiamati bidelli) che grazie alla loro anzianità di servizio superano e di molto anche il più brillante giovane neo laureato a pieni voti. E’ logico, una laurea (anche con 110 e lode) da 2 punti in graduatoria, un mese di servizio come collaboratore scolastico 0,1 questo vuole dire che in due anni di servizio un bidello supera un laureato acquisendo 2,4 punti (in 10 anni sono 24 punti contro i 2 del brillante giovane neo laureato).

Senza nulla togliere ai collaboratori scolastici l’effetto pratico è che nelle segreterie spesso finiscono a lavorare delle brave persone che però magari hanno più di 50 anni, hanno preso un diplomino biennale 20 o 30 anni e fa e hanno pochissima dimestichezza con l’utilizzo del computer (nella mia scuola è successo e sentendo colleghi delle altre scuole sono casi abbastanza frequenti). Questo ovviamente a effetti negativi sul lavoro amministrativo, già abbastanza difficile visti i tagli al personale e la crescente complessità.

Francamente a molti pare davvero assurdo che in un paese con un tasso così preoccupante di disoccupazione giovanile si neghi la possibilità a dei giovani preparati di lavorare nelle segreterie scolastiche privilegiando nettamente con questo tipo di punteggi delle persone meno giovani che hanno giù un lavoro a tempo indeterminato.

E ancor più sorprendente è l’ assenso dei sindacati scuola (che dovrebbero conoscere bene le difficoltà delle segreterie) che sono d’accordo con questo tipo di attribuzione dei punteggi.

Cordiali saluti

Damiano Ferrari

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