Supplenza con ora a disposizione e di ricevimento, obbligo e retribuzione

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Ci scrive una giovane docente alla quale è stata offerta una supplenza di 20 ore su sostegno, con carico didattico notevole per il numero di discipline da seguire.

Inoltre, non comprese nella supplenza, nell’orario della docente titolare, ci sono un’ora a disposizione e un’ora di ricevimento. Queste ultime verranno retribuite?

L’ora di ricevimento

Il cosiddetto “ricevimento dei genitori” in orario antimeridiano rientra, come da Contratto, fra gli adempimenti dovuti dal docente, ma tale adempimento si configura come un obbligo solo nel momento in cui il genitore manifesta la volontà di ottenere l’incontro.

Sarà solo in quel caso che il docente, anche previo appuntamento da concordare tramite i figli (cioè i propri allievi), incontrerà i genitori.

Naturalmente in questo caso l’ora non è retribuita, in quanto rientra nelle attività funzionali all’insegnamento, individuate dall’art. 29 del CCNL

“Tra gli adempimenti individuali dovuti [per i quali non è dunque previsto alcun compenso] rientrano le attività relative:

a) alla preparazione delle lezioni e delle esercitazioni;

b) alla correzione degli elaborati;

c) ai rapporti individuali con le famiglie”.

Questo significa che la prassi più corretta da seguire è quella di individuare per ciascun docente un’ora antimeridiana, da comunicare ai genitori, in cui il docente sia a disposizione per il colloquio individuale con le famiglie. Il colloquio va prenotato, altrimenti ild docente non ha l’obbligo di fermarsi a scuola in quell’ora, nè può essere impiegato in altre mansioni non retribuite, come ad es. supplenze.

Per maggiori chiarimenti Ricevimento genitori: anche se antimeridiana e deliberata, l’ora di ricevimento non è ritenuta un obbligo per i docenti

Il docente che accetta la supplenza dovrà rispettare tale impegno, se l’orario settimanale è già definitivo e, comprensivo dell’ora di ricevimento, è già stato comunicato alle famiglie.

L’ora a disposizione

Se si tratta di un’ora “buco”, creata da un orario settimanale imperfetto, infatti non è sempre possibile assicurare a tutti i docenti la presenza a scuola solo per il numero di ore contrattualizzate, nell’incastro tra le esigenze di ciascuno capita a volte di avere un intervallo tra una lezione in classe e l’altra, l’ora non va retribuita (a meno che la contrattazione di istituto non abbia deciso diversamente).

Se si tratta invece di un’ora offerta dal docente “a disposizione per eventuali supplenze”, l’ora sarà retribuita se vi sarà l’effettiva supplenza, a meno che anche in questo caso la contrattazione non abbia stabilito diversamente. In questo caso durante l’ora in questione non è possibile allontanarsi da scuola, poichè l’esigenza di servizio potrebbe intervenire anche nel corso dell’ora in questione.

Il docente che accetta la supplenza non deve necessariamente accettare anche tale ora a disposizione, che era stata volontariamente “offerta” dal titolare, ma che non costituisce obbligo contrattuale.

Discorso diverso invece se il titolare ha un orario cattedra inferiore a quello obbligatorio e dunque l’ora o le ore a disposizione rientrano nell’orario settimanale. Ne abbiamo parlato in

Cattedre con ore a disposizione: rientrano in orario obbligatorio e docente deve garantire presenza a scuola

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