Storie esemplari: quando la SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica) si camuffa da SLC (Stress Lavoro Correlato)

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Una coppia di sposi sui 60 anni: lei docente di italiano, lui dirigente scolastico (DS) presso un’altra scuola. Circa un anno fa la prima curiosità: la donna mi scrive apprezzando gli articoli in difesa dei docenti e mi invita al contempo a estendere alla categoria dei DS la ricerca sull’usura psicofisica da lavoro.

E’ la prima volta che un insegnante mi chiede attenzione per la salute dei capi d’istituto, solitamente guardati in cagnesco e percepiti come controparte anche se, in questo caso, si tratta di marito e moglie. L’apprensione della docente è tuttavia ben motivata in quanto il marito presenta particolari segni neurologici – scrive lei – a seguito dello stress per il suo incarico. Si tratta verosimilmente di SLC, sostiene convinta la donna per alcuni mesi. Nel corso dell’anno tuttavia si intensificano gli accertamenti medici e si arriva faticosamente a una diagnosi che si abbatte come un poderoso colpo di maglio sulla coppia.

Desidero riproporre questo delicato e intenso carteggio avviato con me dalla moglie-docente e proseguito nelle battute finali dal marito-DS: mai un’imprecazione, un segno di disperazione, rassegnazione, maledizione per una sorte beffarda che si accanisce a pochi giorni dal traguardo della pensione. Tralascio altresì le mie indicazioni con relative risposte.

Unicamente una solida intesa tra coniugi può dare la forza di affrontare dignitosamente i life event che inaspettatamente scuotono la nostra vita. Lo stesso può accadere nel rapporto quotidiano e serrato tra docente e dirigente consentendoci di superare le asperità/velleità di una cosiddetta “Buona scuola”. L’accordo sincero tra le parti costituisce il presupposto necessario per garantire il sostegno reciproco permanente nella buona e nella cattiva sorte. Non mi resta che ringraziare questa coppia per la dolorosa e splendida testimonianza.

Scambio epistolare

MOGLIE. Buongiorno dottore, leggo ed apprezzo i suoi articoli e il suo lavoro per noi docenti. Mi permetto però di segnalarle le difficoltà dei dirigenti scolastici, chiusi tra rivendicazioni dei docenti, burocrazia, richieste dei genitori, bimbi e adolescenti da seguire. Soprattutto in questo periodo, con tutti i proclami sulla buona scuola, è molto difficile spiegare alle famiglie che in realtà i problemi aumentano anziché diminuire. E se ci si occupasse anche di loro, visto che vengono dipinti come sceriffi e invece sono solo lavoratori, lasciati spesso soli? Essere un buon DS è impresa ardua. Mio marito è uno dei DS di cui parlavo e da mesi sta pagando con la sua salute la situazione. Devo pensare che mio marito è l’unico DS affetto da stress da lavoro correlato? Grazie sempre per la Sua attenzione per noi docenti.

MOGLIE. Gentile Dottore, mi scuso se abuso della sua gentilezza, ma in questo momento sono ancor più seriamente preoccupata per la salute di mio marito: ieri la neurologia dell’istituto specialistico gli ha prescritto un ricovero per rifare gli esami (elettromiografia, RMN più altri) già eseguiti nei mesi scorsi, perché se c’è un sintomo (disartria, difficoltà a deglutire, …) ci deve essere una causa. Non discuto, ma mi sembra che tutti sottovalutino la concomitanza tra la comparsa di questi sintomi e un periodo di forte stress lavorativo (settembre 2015) che ora è tamponato da farmaci e sedute con psicologa. Può darsi che mio marito abbia una patologia neurologica, ma io, da moglie che lo conosce da 40 anni, non riesco a togliermi questo tarlo. So che lei non può darmi un parere specialistico, ma le chiedo se nella sua esperienza lo SLC può causare sintomi organici così duraturi e evidenti. Grazie e scusi ancora.

MOGLIE. Buongiorno dottore, mi permetto di aggiornarla sulla situazione di mio marito: sospetta malattia del motoneurone. Nuovi esami tra tre mesi. L’ultimo neurologo consultato ha confermato il sospetto, ma è stato l’unico a dichiarare che lo stress secondo lui ha un ruolo importante. Per intanto da lunedì mio marito lascerà la scuola, dove in questi giorni ha sistemato tutto, meglio di un ministro. Se permette tornerò a disturbarla nel caso decidessimo di approfondire lo SLC. Grazie

MOGLIE. Buongiorno Dottore, la diagnosi di malattia al motoneurone per mio marito è sempre più probabile, anche se non ancora certa. In ogni caso le chiedo: so di dirigenti scolastici in terapia con psicologi e psichiatri, altri infartuati, mio marito motoneurone, ma i casi sono sempre quelli relativi a noi docenti? Le faccio due richieste: potrebbe aprire anche un capitolo Dirigenti? In caso decidessimo di chiedere visite collegiali o altro potremmo consultarla? Grazie per ciò che fa e scusi per il disturbo

MOGLIE. Buongiorno Dottore, torno di nuovo a importunarla. Mio marito ha ora una diagnosi di SLA a esordio bulbare, con tipica sintomatologia d’esordio con disfagia, disartria, scialorrea. Si è sottoposto a visita presso ASL: esito handicap grave col 100% di invalidità. Dai calcoli sull’anzianità di servizio mancano 6 mesi per poter andare in pensione questo settembre! Ha quindi intenzione di chiedere visita alla CMV. Secondo Lei data la situazione può fare da solo o potremmo chiedere aiuto a lei. Ancora grazie, scusi il disturbo.

MARITO. Gentile Dottore, so che mia moglie è in contatto con Lei e quindi mi permetto di disturbarla per chiedere un Suo parere sulla mia situazione. Le espongo brevemente i fatti.

Ho 61 anni e ho sempre lavorato nella scuola, negli ultimi 9 anni come DS. Avendo sempre partecipato attivamente al mondo scolastico come docente e come genitore, credevo di avere le competenze e le capacità (cosi dicevano tutti) per essere un buon dirigente. Purtroppo mi sono trovato da subito di fronte ad una mole di responsabilità e difficoltà che mi hanno messo seriamente alla prova. Ho continuato a lavorare, perdendo progressivamente il piacere di farlo ma non venendo mai meno ai miei doveri. Nell’autunno del 2015 ho avuto un crollo psicologico in seguito al quale ho iniziato una terapia psicologica e antidepressiva a seguito di una diagnosi di distimia (cosa di cui ignoravo l’esistenza). Parallelamente sono iniziati i problemi neurologici che dopo una serie di visite, esami e ricoveri presso un polo specialistico sono terminati con una diagnosi di SLA. Attualmente sono in malattia da ottobre 2016 perché la difficoltà di parola e di deglutizione mi hanno reso molto difficile curare gli aspetti relazionali che il mio lavoro comporta; l’eloquio è molto compromesso e mi nutro con cibi frullati e morbidi.

Mi sono sottoposto a visita per accertamento invalidità civile e disabilità presso la mia ASL. Ho effettuato i calcoli per la pensione e l’ufficio scolastico mi ha comunicato che mi mancano circa 6 mesi per poter accedere alla pensione; ho quindi deciso di presentare domanda per essere sottoposto dalla CMV a visita per inabilità al lavoro. La ringrazio per il tempo e i consigli che mi vorrà dedicare.

Avvertenze

  1. Il dubbio che si trattasse di SLC era più che legittimo anche se la difficoltà nella deglutizione, unitamente alla disartria, dava adito a un quadro patologico neurologico su base organica. Le manifestazioni dello stress sono solite mimare numerose patologie ed è per questo motivo che conviene sempre rivolgersi a uno specialista.
  2. In casi come il presente conviene chiedere la visita in CMV ai sensi della L 335/95 e non solamente ai sensi della L 274/91. Questo al fine di non incappare in penalizzazioni retributive e andare in pensione col massimo pur non avendo raggiunto l’anzianità prevista dalla legge.

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