Sostegno, principali criticità riforma: razionalizzazione (leggi tagli) e separazione carriere

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Dopo le recenti ed esigue anticipazioni di Repubblica sull’imminente riforma del sostegno, i docenti di sostegno esprimono grandi preoccupazioni e dissenso rispetto ad una delega in bianco, ancora secretata e quasi sconosciuta, che chiude le porte agli studenti disabili, delegando la loro formazione culturale al docente di classe.

Il docente di classe, che dovrà aggiornarsi sulle tematiche della disabilità, spesso alle prese con tante classi numerose, ovviamente non potrà mai seguire adeguatamente il percorso individualizzato dello studente con disabilità.

Appare chiaro come questa riforma consideri gli alunni disabili come soggetti aventi diritto esclusivamente a mera assistenza fisica quando invece hanno pieno diritto ad un insegnamento specializzato e consapevole dei loro particolari e personali processi di apprendimento.

Pertanto  gruppi, movimenti e associazioni dei docenti, chiedono ai segretari dei sindacati confederali, comparto scuola, di portare il dissenso dei genitori, di tutti gli insegnanti di classe e di sostegno, all’incontro con la ministra Giannini e il sottosegretario Faraone, previsto al MIUR per il 4 ottobre.

Davide Faraone, intervistato da Repubblica ha affermato: “docenti più preparati”, ma noi docenti facciamo già il biennio universitario con esami accademici da superare e siamo un’eccellenza da tutelare nel ramo.

Aggiunge poi “in altre parole, un bambino in carrozzina potrebbe non avere bisogno di un docente di sostegno ma di ambienti senza barriere architettoniche e assistenti all’autonomia.”

Ma uno studente che ha impedimenti nel movimento fin dalla nascita ha problemi di rappresentazioni spaziali, quindi geometria, ad esempio, ma anche successione logico-temporale (storia) e concetti proprio ed eterocettivi.

Chiediamo che venga rispettata la legge 104 del 1992, articolo 13 comma 6 che garantisce l’assegnazione del docente di sostegno a chi ha una disabilità. Questa legge non necessita affatto di un tagliando, perché è un faro nel panorama mondiale dell’integrazione.

Razionalizzare le risorse, dice Faraone, ma è una viltà nei confronti dei giovani disabili e delle loro famiglie, perché si può benissimo razionalizzare in ben altri voci di spesa. Già si era andati in direzione sbagliata quando è stato tolto il docente specializzato all’alunno con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (dislessia e discalculia).

Lo dimostra il fatto che nelle scuole si è dovuti ricorrere all’inserimento in classe dell’alunno con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), insieme allo studente con disabilità, così che il docente di sostegno aiuti anche lui.

E ancora si rischia di andare in direzione sbagliata, quando si vuole fare la separazione delle carriere, relativamente alle competenze didattiche, perché il docente non più intercambiabile, fa fallire il nobile disegno dell’integrazione in classe.

Il docente di sostegno non è stato concepito come una figura badante o come personale sanitario che si specializza ulteriormentenelle singole disabilità. Il docente specializzato sa bene che gli studenti con autismo, sono tutti diversi tra loro e così tutte le altre disabilitàpresentano specificità, singolarità che appartengono solo a quella persona, quindi perché andare nella direzione del fallimento dell’obiettivo principaleche è quello dell’integrazione in classe? Perché snaturare il ruolo e la funzione principale del docente specializzato?

Nella scuola secondaria di secondo grado, durante il Governo Monti, è stata avviata la soppressione delle aree di specializzazione(scientifica, umanistica, tecnica, motoria) per favorire non certo l’apprendimento dei ragazzi con disabilità i quali hanno diritto ad avere un“sostegno” competente, come giustamente sostenuto nella sentenza n.245 del 26 gennaio 2001 del Consiglio di Stato, ma solo per facilitare la mobilità deidocenti. Sarebbe invece utile ripristinare le aree di competenza professionale.

A questi tagli si aggiungono quelli dichiarati da Faraone.

Infine faraone dice “E’ probabile che in questo modo l’espansione incontrollata degli organici di sostegno – oggi aquota 124mila docenti – cesserà, perché ad alcuni alunni verrà assegnato soltanto uno o più assistenti e i docenti curricolari verranno formati anchesul sostegno.”

Ed eccola qui, la vera ragione. Il taglio dei docenti di sostegno e l’esclusione deglistudenti disabili dalla scuola italiana.

Riformare il sostegno con soluzioni che non hanno nulla di ragionato e all’insegna del risparmio, con il rischio dieliminare una figura di altissimo profilo quale è quella del docente specializzato in integrazione, arrecherebbe un ulteriore danno alle scuolestatali che, oggi,  si reggono in piedi da sole, senza l’aiuto dello Stato

Comunicato congiunto delle seguenti associazioni e gruppi:

1)    Partigiani della scuola Pubblica
2)    Insegnanti calabresi
3)    Associazione Nazionale ILLUMIN’ITALIA
4)    Docenti per la scuola Statale Pubblica
5)    Docenti campani
6)    #Waterlooscuola
7)    CO.GE.DE. Liguria (Coordinamento genitori democratici)
8)    Ass. ONLUS Comitato Nazionale “Per La Scuola della Repubblica”
9)    Associazione Scuola Daneo – Sal. Concezione 2 – 16124 Genova
10)    Azione civile Area Scuola
11)    Personale educativo
12) Associazione insegnanti di sostegno

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