Sapienza. Test ingresso psicologia, UDU: ripetizione ingiusta e inutile

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Comunicato UDU – Il 19 settembre l’Università Sapienza di Roma ha preso la decisione di annullare il test per l’accesso ai corsi di laurea magistrale di psicologia, svolto a inizio settembre, a causa di irregolarità nella formulazione e nella correzione della prova: infatti il test conteneva quaranta domande non inedite, ossia domande presenti in test sottoposti negli anni passati (come peraltro già successo anche lo scorso anno per il test nazionale di medicina, anche se in quel caso si trattava di tutte le domande, e anche per lo stesso corso di psicologia).

La decisione di Sapienza è stata quella di ripetere il test in data 5 ottobre dopo oltre dieci giorni e dopo la pubblicazione della graduatoria. L’Unione degli Universitari ribadisce la propria contrarietà ad un test inutile, ingiusto e dannoso e chiede l’immediata immatricolazione di tutti gli studenti considerando che vi sono meno di cento persone in più rispetto ai posti banditi.

Andrea Franciosi, coordinatore metropolitano UDU Roma, dichiara: “La scelta adottata dopo quasi quindici giorni dal Senato Accademico dell’Università La Sapienza è irresponsabile: non è infatti sostenibile far ricadere sugli studenti le colpe di una cattiva gestione da parte dell’ateneo. Si tratta infatti di studenti che già si sono sottoposti ad un test nelle settimane passate, annullato per colpa della stessa università; studenti che già si erano sottoposti ad una selezione all’accesso ai corsi di laurea triennale, superando un primo sbarramento; studenti che molto spesso hanno dimostrato di avere tutte le capacità e i requisiti necessari, laureandosi nei corsi triennali della stessa Università La Sapienza. La scelta di ripetere il test è irresponsabile a maggior ragione se si considera che in molti altri atenei l’accesso a quegli stessi corsi di laurea è libero, mentre in altri casi la prova di selezione è già stata regolarmente svolta e quindi molti studenti sceglieranno altre sedi, rappresentando una perdita per l’ateneo romano. Se il Rettore avesse comunicato la propria decisione immediatamente gli studenti avrebbero potuto iscriversi ad altri corsi liberi o partecipare agli altri test ove non hanno potuto mandare la domanda di partecipazione. Quasi cento persone si troveranno in un limbo e senza soluzioni per un anno, e in molti casi dovranno disdire gli affitti e tornare a casa”.

Conclude Franciosi: “Ci siamo rivolti a più riprese al Rettore della Sapienza per chiedere di tornare sui suoi passi, ammettendo l’errore e evitando di ripetere la prova, che causerebbe sia un danno economico agli studenti e all’ateneo, sia importanti ripercussioni su quei pochi studenti che rimarrebbero fuori o subirebbero ritardi nella propria carriera accademica. Sarebbero infatti solo novanta gli studenti che alla fine di questo test resterebbero esclusi dal corso scelto, a dimostrazione di quanto sia inutile ripetere la prova in una data così inoltrata. Senza considerare, poi, come sia assai scarso il preavviso con cui gli studenti stessi sono stati avvisati della nuova data di svolgimento del test: molti avranno difficoltà anche a raggiungere Roma e lo dovranno fare a proprie spese. Qualora il Rettore dovesse dimostrarsi sordo alle nostre istanze, siamo pronti sin da oggi a presentare una denuncia per danno erariale; le spese che l’ateneo dovrà sostenere sono frutto di una scelta né obbligatoria né necessaria, ma come dimostrato ampiamente evitabile. Essendo viziato a monte il procedimento che ha portato alla stessa istituzione del numero chiuso per la magistrale di psicologia il Rettore sottoporrà il suo Ateneo a circa cento contenziosi e quanto meno a richieste di risarcimento danni per le spese sostenute per il primo e secondo test. Ci riserviamo, poi, di valutare anche altri profili di irregolarità che ci porteranno a ricorrere contro la Sapienza.”

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